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Arte e cibo
Uno sguardo diverso
Nulla è scontato quando l'arte incontra il cibo, da sempre una fonte inesauribile di ispirazione in tutte le sue forme.
La Natura Morta ai tempi della plastica
Il team di Quatre Caps, studio spagnolo di design, ha ideato una serie di immagini dal significativo titolo «Not Longer Life»: una riflessione sui problemi ecologici legati all’eccessivo uso della plastica nell’industria alimentare. Ispirandosi ai capolavori del passato, le nuove immagini rivisitano il tema della Natura Morta, in senso ironico, includendo nelle composizioni involucri di ogni genere. La Canestra di frutta di Caravaggio riletta in chiave moderna ci presenta l’uva nel cestino di plastica, il limone nella bottiglietta, le pesche nel plateau, fino all’assurdità delle arance già sbucciate inserite nei contenitori trasparenti.
Natura Morta con cioccolatiera
Luis Meléndez, Natura Morta con cioccolatiera 1770. Olio su tela 50 x 37 cm. Madrid, Museo del Prado
Gli Spagnoli furono i primi, in Europa, a diffondere l’uso delle fave di cacao, provenienti dal Nuovo Mondo, già a partire dal XVI secolo. Tuttavia ancora nel XVIII secolo la cioccolata era una bevanda per pochi privilegiati.
La polvere di cacao, ottenuta dai semi tostati e macinati, veniva fusa e fatta raffreddare formando dei dischi per una più agevole conservazione. Al bisogno questi dischi venivano spezzati e cotti con l’aggiunta di latte ed essenze profumate (vaniglia, scorze di agrumi ecc.) a seconda dei gusti.
Assieme alla cioccolatiera in rame, sul tavolo ci sono una tazza, dei biscotti e dell’ottimo pane. Buona merenda a tutti!!
Colazione dei canottieri
Pierre Auguste Renoir, Colazione dei canottieri 1880/81. Olio su tela 130.2 x 175.6 cm. Washington, Philips Collection
Il cibo è anche convivialità: Renoir lo racconta magistralmente in questo dipinto dove un gruppo di amici è riunito intorno al tavolo di un ristorante all’aperto, sulle rive della Senna. In primo piano l’artista dispone una splendida Natura Morta: i riflessi della luce fanno vibrare bicchieri e bottiglie, mentre la frutta e gli avanzi di cibo ci dicono che il pasto è ormai terminato e gli amici chiacchierano piacevolmente. Tra i commensali la futura moglie di Renoir Aline Charigot, mentre coccola il suo cagnolino e di fronte il pittore ed amico Gustave Caillebotte, in tenuta da canottiere. Il dipinto è una delle composizioni “en plein air” più ambiziose di Renoir ed è annoverato tra i suoi capolavori.
La lista della spesa di Michelangelo
Michelangelo Buonarroti, Lettera datata 18 marzo 1518. Firenze, Casa Buonarroti. Archivio.
L’artista toscano utilizzò il retro di una lettera per vergare la sua lista della spesa. Scrisse prima il testo e poi lo illustrò con diversi schizzi: una sorta di memorandum per il suo servitore che, molto probabilmente, non sapeva leggere. La lista comincia con: “pani dua” [sic] e comprende tortelli, aringhe, spinaci, alici, minestra di finocchio, il tutto annaffiato da una discreta quantità di vino. L’assenza di carne ci fa pensare che fosse periodo di Quaresima: la Pasqua del 1518 cadde infatti il 4 aprile.