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Donne e cartoline
Romantiche, seducenti, simboliche e sempre al passo con i tempi
di Luca Villa
Nei primi decenni del novecento sono state prodotte delle bellissime cartoline illustrate, scatti in bianco e nero, talune colorate a mano, per cercare di dare più vita e sentimento al femminile personaggio.
Ecco giovani donne con eleganti vestiti e vistosi cappelli, le quali sospirano nell’attesa di un lui. Il viso angelico, lo sguardo innamorato, potrebbero far pensare: “Se fosse stata lei a scrivermi queste bellissime frasi d’amore...”. Siamo nel 1891 e in Francia viene spedita la prima cartolina illustrata fotografica. Se qualcuno volesse collezionare cartoline romantiche non ha che l'imbarazzo della scelta in quanto ne sono state realizzate e utilizzate veramente tante e il loro valore commerciale è decisamente basso. Quello collezionistico è valutabile. Scartando le classiche pose è possibile ricercare tra le immagini scatti che possiamo definire d’autore.
La prima metà del XX secolo è il periodo di massima diffusione della cartolina come sistema di corrispondenza. Grazie alle illustrazioni presenti possiamo rivedere come era il nostro paese più di cento anni fa. Può succedere di scoprire nell’immagine anche qualche nostro avo, in quanto la fotografia fatta ai bisnonni o ai trisnonni poteva diventare cartolina da inviare a qualche parente in località non facilmente raggiungibili, per esempio l’America.
Cartolina Anita, Rosina e Carlotta Rossi
Nel 1914 cambia il mondo ed entrano in gioco altre cartoline. Parliamo di quelle patriottiche del periodo della guerra, il primo tra i più devastanti, la Grande Guerra. La donna assume, più che in altri momenti storici, il ruolo di madre e moglie in attesa del caro al fronte, oppure viene illustrata come simbolo della nazione impersonando la Vittoria o la Libertà. Nella realtà il ruolo della donna cambia, spesso diventa operaia nelle fabbriche, anche quelle d’armi, e sostituisce l’uomo nelle classiche mansioni della vita quotidiana. Qualcuna diventa infermiera e si trova a fronteggiare situazioni al limite dell’umano per le conseguenze provocate dalle armi in uso. Non è sicuramente la candida crocerossina che ritroviamo in alcune cartoline del periodo.
Ecco la donna Vittoria, coperta della sola bandiera nazionale, elmo in testa, spada nella mano, si pone davanti ai soldati, oppure schiaccia il nemico sotto forma di bandiera o di stemma. Oppure è donna Libertà, scudo alla mano in difesa dei confini della nazione contro il barbaro nemico. Una varietà di queste cartoline è quella con incollata una medaglietta in ferro, normalmente con la Madonna a protezione dei soldati.
Nel primo dopoguerra nasce il mito dei divi cinematografici. Gli anni Venti vedono il passaggio dal cinema muto a quello parlato, migliorano i sistemi di riprese video, cambia il modo per le Stelle della scena di presentarsi al pubblico. Compaiono le cartoline delle attrici, oggi facili da trovare quelle non spedite, molto difficili da recuperare le altre. Erano considerate pubblicitarie ed era possibile vederle spuntare come segnalibro in qualche pubblicazione dell’epoca o incollate sulla parete dell’ufficio di qualche meccanico d’auto o ancora nel retro del bancone del bar, in bella vista tra le bottiglie e i bicchieri.
Fare la collezione delle cartoline delle attrici di un certo periodo cinematografico è una tematica interessante, io consiglierei il periodo dagli anni ’30 agli anni ’50.
Caschiamo in mezzo a un’altra tragica guerra, il cinema però non si ferma, prosegue la sua attività di svago, anche nei momenti più drammatici. La donna attrice sfodera la sua bellezza in queste cartoline. Già le Stelline di un cinema ancora senza parola, si proponevano in cartolina, ma non sempre erano immagini accattivanti, dove lo sguardo dell’attrice e la posa attiravano l’occhio maschile. Sono passati pochi anni e la fotografia è cambiata, non vediamo la solita posa da negozio, ma una ripresa studiata dove la bellezza della donna incanta e fa scordare il resto, magari anche il testo sul retro della cartolina.
Nella seconda metà del ventesimo secolo cala la domanda della cartolina. È una diminuzione graduale e segue l’onda delle nuove tecnologie. Negli anni ’70 le cartoline sono ormai tutte a colori, eccetto produzioni artistiche o resti di magazzino, si inviano solo per le vacanze: quelle che si mandavano per Natale, Pasqua, per il compleanno o l’onomastico sono semplicemente sostituite da una telefonata.
Una volta ci si ricordava di tutte queste date senza che Facebook ce lo segnalasse nel primo collegamento della giornata, ed era utile spedire la cartolina con anticipo se si voleva che la persona la ricevesse prima di quell’importante giorno.
Nelle cartoline turistiche ci vengono presentate bellissime donne, in costume o in topless, che salutano e si mostrano abbronzate, facendo scomparire nel contorno migliaia di ombrelloni e una piccola fetta di mare, messa lì solo per far capire da che luogo arriva la cartolina, semmai non lo si fosse ancora intuito. Poteva capitare che la stessa donna ti salutasse da Rimini, da Riccione e da tutte le altre località della riviera romagnola. Di artistico in queste immagini c’è veramente poco e si allineano alle altre cartoline del momento che ormai alla fine XX secolo, hanno una prevalente funzione pubblicitaria.
Chi organizza un evento lo pubblicizza anche con una cartolina, non tanto perché poi verrà spedita ma perché è un oggetto facile da mettere nella borsa, in valigia o da portare a casa.
Tra le varie cartoline al femminile ho in mente anche quelle sportive, le quali possono comunque rientrare in quelle pubblicitarie, la squadra le realizza per promuovere i propri atleti e soprattutto da mostrare agli sponsor.
Le cartoline più ricercate da sempre sono quelle dette animate, ovvero con la presenza di persone, quasi mai in posa, ma riprese nella vita quotidiana. Le uniche in posa sono invece le donne in costume tradizionale del luogo. Così troviamo donne che vendono al mercato, lavano i panni al bordo del fiume, sono maestre di scuola, religiose, stanno nel campo con il rastrello o sono semplicemente in una piazza del paese, circondate da una nidiata di bambini, i loro figli.
Sono cartoline di produzione limitata al luogo, nel caso di piccoli paesi veramente bassa e quindi il suo valore commerciale diventa più elevato, sicuramente immagini che mostrano un visivo spaccato di vita, nella quasi totalità perso, ecco perché queste cartoline possono considerarsi memoria storica.
Rimanendo sul tema materno, in un clima totalmente diverso, nelle cartoline di Buon Natale troviamo poi la Madonna. Non sfugge il tema della mamma, ma qui l’atmosfera è celestiale.
Alle cartoline disegnate, la maggioranza di quelle natalizie, si affiancano le riproduzioni fotografiche dell’evento clou del Natale. Una parte di queste mette proprio in primo piano la Madonna, ripresa con Gesù bambino, lo sguardo verso l’alto o rivolto al pargolo: penso che le modelle di queste fotografie si sentissero un po’ come quelle donne che avevano posato per i grandi artisti degli affreschi e che, come loro, diventassero a tutti gli effetti parte di un oggetto storico.
Se non rientrano in qualche produzione d’artista anche questi pezzi collezionistici hanno un basso valore commerciale, ma sono interessanti spunti per una raccolta tematica.
Donne e cartoline. Volevo arrivare alla fine dell’articolo dando delle certezze sulle migliori cartoline da collezionare, ma non è possibile, la donna interpreta se stessa in vari modi e in epoche diverse.
Ogni periodo, ogni personaggio donna, ogni cartolina è interessante e merita di essere raccolta perché ha rappresentato il modo di vivere di diverse generazioni e il loro rapportarsi con il mondo che li circondava.
Ritorniamo al principio, quando c’era una Lei con la elle maiuscola e bastava un suo sorriso fotografico a far sognare. Fino alla prossima cartolina...