La vetta

editoriale | Un obiettivo mentale

di Gloria Ciapponi

passo canfinale 1920

Valfurva, Passo Confinale, 1960 - 1970 - Siamo Alpi

«Sulle cime più alte ci si rende conto che la neve, il cielo e l’oro hanno lo stesso valore».
Boris Vian

«Una montagna non può spaventare chi vi è nato».
Friedrich Schiller

«Le montagne non sono stadi dove soddisfo la mia ambizione di arrivare. Sono cattedrali, grandiose e pure, i templi della mia religione».
Anatoli Boukreev

«Da me, da solo, solo con l’anima, con la piccozza d’acciar ceruleo, su lento, su anelo, su sempre; sprezzandoti, o gelo! E salgo ancora, da me facendomi da me la scala, tacito, assiduo; nel gelo che spezzo, scavandomi il fine ed il mezzo».
Giovanni Pascoli

«Chi aspira alle vette e vuole volare, deve liberarsi di tutto ciò che è pesante e farsi leggero: io la chiamo una divina capacità di leggerezza.»
Friedrich Nietzsche 

La montagna è una fonte straordinaria di valori, di ricchezze e di risorse come l’acqua, l’energia, la biodiversità, il clima, il patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale, ma anche le infrastrutture, le vie di comunicazione, gli edifici rurali. Tutte queste qualità vanno tutelate e valorizzate, ma questa consapevolezza e il conseguente amore per l’ambiente montano sono relativamente recenti nella storia dell’umanità. Basti considerare che fino a tre secoli fa rischiare la vita per scalare una vetta sarebbe stata considerata una follia: i paesaggi alpini con le loro distese di ghiaccio e i deserti di roccia erano ambienti ostili di un paesaggio che l’uomo non riusciva a dominare e di conseguenza rifuggiva.

 

ghiacciaio 1024

forse in Alta Val Fontana, 1930 - 1940 - Siamo Alpi

A partire dal Settecento l’uomo occidentale si è avvicinato alla montagna attraverso l’alpinismo il quale ha reso il rapporto con la montagna un vero e proprio sentimento, intimo, personale. Così le caratteristiche che una volta rendevano le vette oggetto di rifiuto (verticalità, desolazione, pericolosità) sono oggi fra gli aspetti più apprezzati, tanto che la scalata della vetta è diventata metafora di impegno, fatica e persino di successo per uomini che intendono sfidare i propri limiti e superarli costantemente. Il rapporto con la montagna è spesso difficoltoso tanto che può persino ucciderti se non entri in sintonia con lei, occorre essere forti e pazienti imparando a capirla e ad ascoltarla perché diventi accogliente e protettiva.

Vivere la natura più incontaminata, i profumi del bosco, percorrere i sentieri meno battuti, respirare l’aria pura della alte quote, ripararsi sotto una roccia durante un temporale improvviso, libera lo spirito perché la montagna è un luogo puro, genuino, ancestrale, con una potente energia ispiratrice. E mentre si passa dal sentire all’ascoltare, si impara il rispetto per la natura, per gli animali, ma anche per gli esseri umani stessi.

Chi vive e ama la montagna adotta delle regole di comportamento atte a proteggerla. Ciò per evitare di danneggiare il suo ecosistema e anche di trovarsi in difficoltà in un’ambiente che può diventare ostile se non si fa attenzione: occorre per esempio evitare di raccogliere fiori, erbe, piante di montagna, disturbare gli animali, accendere fuochi, gettare rifiuti. Infatti il rapporto con la montagna esigerebbe che non si lasci traccia del proprio passaggio perché lei, da buona maestra di vita, non si offre senza esigere dedizione e rispetto.

Valfurva 1961 1920

Valfurva, 1961 - Siamo Alpi

 

È a quel punto che la montagna insegna a dare al tempo il giusto valore. Senza fretta. Con la pazienza mai passiva di chi sa attendere il momento giusto per capire quando ci si sente pronti per arrivare alla meta, magari prioprio la vetta. E se si vive un’esperienza in montagna si impara anche a viversi lentamente, a conoscersi, per prendere consapevolezza dei propri e degli altrui limiti e della forza mentale che spinge a superarli. Ognuno ha i propri tempi, che sono diversi per tutti.

Il raggiungimento degli obiettivi comporta sacrificio, non esistono scorciatoie e nulla è dovuto perché la sfida è con se stessi e paradossalmente soprattutto con la propria mente. Sicuramente la stanchezza fisica è inevitabile, ma è proprio per questo che deve entrare in gioco la forza mentale: quando si alza lo sguardo e si vede la cima, magari troppo lontana, è dentro di sé che si trova la giusta motivazione e si scopre che la determinazione per raggiungere la meta è più forte di tutto: si sente l’adrenalina che scorre dentro di noi, ma anche quel senso di libertà, di serenità e quelle emozioni che si provano nel momento in cui ci si ferma e si ammira quella imponente bellezza.

Certo occorre sacrificio, ma la soddisfazione di vivere l’essenzialità delle cose durante tutto il percorso e poi finalmente di arrivare alla vetta è impagabile.

 

siamo alpi

Le fotografie di questo articolo sono tratte da

SIAMO ALPI, archivio culturale di Valtellina e Valchiavenna

 

 

 

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