Il corpo
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Il corpo universale
Le implicazioni nell’arte
di Luca Calabrò - PRIMA PARTE
Incisioni rupestri in Val Camonica
Grande parte dell'arte è rappresentazione di corpi: animali - fin da quelli sulle pareti di roccia delle caverne preistoriche - e, soprattutto, umani.
L’uomo rappresenta e si autorappresenta attraverso la mediazione dell'artista-artefice. Significativa è la varietà, attraversoil tempo e i luoghi, di queste rappresentazioni. Ogni momento di questo raffigurarsi è uno sguardo profondo sul senso dell'esserci, vissuto attraverso l’immediatezza del corpo. Il 'sentimento' del corpo e l'apparato ideologico che ogni società ha edificato intorno ad esso, ne svela la visione del mondo. Il mondo greco pone nell'arte l’idea di un 'canone' che segna parte della cultura occidentale.
Il termine 'canone' è fondamentale ed è la chiave per entrare nel vasto impianto, non solo artistico ma metafisico, che struttura la classicità. Immediatezza della corporeità, abbiamo detto, immediatezza però che non è momento unico e isolato, ma che interagisce in maniera dialettica con la mediazione dell'agire artistico. È riflessione, quindi, in senso ampio cultura. È la cultura greca classica, poi diffusasi e mutuatasi attraverso il mondo alessandrino e romano, che ci offre ampi spazi di riflessione.
In greco il termine 'Canon' ha vari significati, ma in campo semantico, tutto sommato coerente. I significati sono, in generale, questi: canna; bastone; regolo per costruttori; ma anche, in campo musicale; monocordo (lo strumento per la misurazione degli intervalli musicali) ne derivano i significati di: regola; norma; principio, quindi anche di misura; e in fine anche sistema di cronologia e tavola astrologia. Tutto ciò ruota attorno al senso di misurare secondo una norma. Nella prospettiva di questo lessico si può leggere grande parte della statuaria classica. Spesso si sente e si legge l’espressione «L’uomo misura di tutte le cose», espressione che appare vaga e logora, ma che si definisce assai concretamente in questa prospettiva e a partire dal nome di un grande artista come Policleto.
L'unità di misura sulla quale si basa il canone di Policleto e la lunghezza della testa che deve essere pari a ottavo della lunghezza del corpo.
Il 'canone' di Policleto è un sistema di organizzazione metrica dei rapporti fra le parti del corpo umano, per costruire un insieme 'armonico'. Ogni canone ha bisogno di un 'modulo',ossia di un elemento base, che offra il termine di misura delle parti. Prendendo l’opera più celebre di Policleto il «Diroforo», ossia il portatore di lancia, si è calcolato che la testa è 1/8 dell'altezza totale, il busto 3/8 sempre dell'altezza e infine le gambe ne sono 4/8. La struttura di insieme è dunque 'modulare' a partire dalla testa come unità di misura.
Soffia in questa catena di rapporti un antico vento pitagorico che ordina e struttura. Ogni cosa secondo il numero, il 'logos' ordinatore del mondo. Questo procedere, prima che un metodo, una scienza o una filosofia, è un sentire l’universo come un ordine completo che non si limita all'attività razionale della misura e del calcolo, ma trascolora - come vedremo in seguito - in una percezione profonda, tipica delle società tradizionali.
È significativo vedere come queste 'catene analogiche' si estendono dal corpo umano agli edifici pensati come corpi architettonici. L’opera del grande architetto e teorico romano Vitruvio ci introduce perfettamente in questo ordine di argomenti: «... mutuarono i sistemi delle misure che in tutte queste costruzioni sembrano essere necessari dalle membra del corpo umano...» Così Vitruvio nel terzo libro della sua opera, libro dedicato alla costruzione dei templi. E ancora: «... la composizione dei templi risulta dalla simmetria...». Il tempio come parte più nobile dell'architettura, si deve quindi riferire alle membra del corpo umano e si deve ad esso 'commisurare' secondo un altro principio fornito dal termine 'analoghi a', termine che Vitruvio traduce con la parola 'proporzione'.
Canone di Vitruvio
Abbiamo qui tutti gli elementi per definire la costellazione di idee che ruota attorno al corpo e alle sue simmetrie. Il tempio è un 'organismo' - altro termine legato all'ambito semantico del corpo - in cui le singole parti si coordinano secondo la scienza delle relazioni proporzionali - che coordina le varie parti del corpo umano. E a questo punto Vitruvio propone il suo 'canone', variato leggermente rispetto a quello di Policleto. Il corpo è suddiviso questa volta in dieci parti e posto a braccia aperte. L’altezza totale è uguale alla lunghezza delle braccia aperte, dalla estremità delle dita di una mano a quella delle dita dell'altra.
Il processo mentale che porta dal corpo umano al tempio, come organismo proporzionato, è un processo di tipo mimetico, di imitazione, processo non legato alla forma puramente esteriore ma legato alle relazioni profonde che regolano l’apparire della forma visibile. È il sentire che soggiace all'idea di kosmos, l’ordine universale garantito dall'analogia e dalla proporzionalità, visione in cui il corpo umano è parte integrante e regola di misura. Il mondo in questa prospettiva 'tradizionale' è sentito a vari livelli di coscienza da quello più esteriore e immediato a quello basato sul pensiero logico-algoritmico a quello intuitivo-sacrale della poesia, fino al livello più profondo, che tutti gli altri unisce e coordina, livello che in senso molto ampio diremmo 'mistico'. Di questa percezione integrale del mondo, come corpo armonico, è parte eminente la musica, non solo arte ma scienza delle relazioni proporzionali per eccellenza. Avevamo visto che uno dei significati del termine 'Canon' era monocordo - lo strumento di valutazione degli intervalli musicali - con cui si misuravano anticamente i rapporti proporzionali fra le frequenze sonore.
Sono il 'logos musicos' o proporzioni musicali la cui scoperta è attribuita a Pitagora, con i rapporti fissi di 2/1, 3/2, 4/3, cioè l’ottava, la quinta e la quarta. Questa concezione della musica è importantissima perché come le arti visive unisce nell’atto dell’apparire sensibile due momenti fondamentali della coscienza, quello percettivo intuitivo e quello dell'astrazione mentale, è l’atto di sintesi che rappresenta il senso supremo dell'agire artistico. Tutto ciò si trova ancora nella organizzazione medievale delle scienze secondo il 'trivium' e il 'quadrivium' che comprendeva l’aritmetica (scienza del numero), la geometria (scienza dello spazio secondo relazioni numero e proporzioni), l’armonia (scienza dei suoni secondo numero e proporzioni) e l’astronomia (scienza del numero secondo lo spazio e il tempo). Il mondo delle cattedrali - in cui sorge con la polifonia la moderna musica europea - sentiva ancora il mondo come un corpo unico attraverso una coscienza organica.
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[sarà pubblicata 20 maggio 2022]