La meraviglia
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Quanto tempo ci resta?
Il nostro pianeta sta dando l'allarme
Quali le possibili soluzioni a così gravi problemi e quali i valori a cui richiamarsi per rispondere a queste nuove difficili sfide?
Uno dei temi della mia maturità è stato "Società opulente e tecnologicamente avanzate godono attualmente di un grande benessere, che non ha precedenti nella storia. Esse sono tuttavia circondate e come assediate da comunità umane povere e fortemente arretrate, le quali pagano con la propria emarginazione un tributo sempre più alto allo stato di crescente sperequazione di beni e risorse economiche tra i popoli. D'altra parte la ricerca continua ed affannosa del benessere da parte delle società avanzate e lo sfruttamento incontrollato della natura da esse perpetrato sembrano mettere in discussione lo stesso equilibrio ecologico. Questi, oggi, i grandi problemi dell'umanità. Quali, ad avviso del candidato, i rischi di tale duplice squilibrio, uno all'interno del rapporto uomo-natura, l'altro nell'ambito dei rapporti tra i popoli? Quali le possibili soluzioni a così gravi problemi e quali i valori a cui richiamarsi per rispondere a queste nuove difficili sfide?".
In quel giorno del 1992 non sapevo cosa fosse successo in Brasile, a Rio de Janeiro, se non per alcune cose sentite marginalmente al telegiornale e tutto sommato il mio interesse era solo finalizzato all'esame di maturità. In quei giorni invece a Rio stavano iniziando a essere stesi importanti accordi internazionali come risultato di discussioni sulla sostenibilità, sul cambiamento climatico e sulla biodiversità che da anni si svolgevano in diverse sedi, ma non erano state ancora sistematizzate. Solo molti anni dopo, quando il problema si è posto in modo più pressante nella vita di tutti noi, mi è capitato di sentir parlare della Conferenza su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro organizzata dalle Nazioni Unite e di pensare che quel giorno a Rio si decidevano cose importanti per tutti noi nonostante non ne avessimo cognizione.
In particolare, oggi il tema del cambiamento del clima è ubiquitario. Se ne parla sia in contesti accademici, ma anche nei telegiornali e nella stampa più generalista. Oggi mio figlio a scuola sente parlare di emissioni di CO2 e anche se non ha molto capito cosa siano, si preoccupa di fare la raccolta differenziata, di risparmiare energia e acqua.
Mi è capitato di andare di recente a una mostra sui Dinosauri. Nel video alla fine del percorso sull'evoluzione del pianeta dal Big Bang a oggi, è stata riportata una riflessione su quanto l'uomo negli ultimi anni stia distruggendo a velocità notevole ciò che in millenni l'evoluzione ha creato.
Ma andiamo per ordine, cosa sta succedendo al nostro pianeta e cosa ci dobbiamo aspettare?
La Terra è un sistema di trasformazione di energia e materia, che attraverso cicli geologici, chimici e biologici mantiene un equilibrio dinamico che permette la vita sulla terra, sia la vita di migliaia di ecosistemi che del sistema antropico. In questo equilibrio si è inserito, come una scheggia impazzita, un elemento che altera molti di questi equilibri: un'eccessiva introduzione di gas a effetto serra che modifica i cicli biogeochimici della terra, influenzando il clima.
Da molti anni gli scienziati segnalano il problema, ma solo da relativamente pochi anni i potenti della terra hanno cominciato a intervenire in modo più costruttivo.
A partire dalla Conferenza di Rio in poi si sono succeduti molti tavoli di lavoro e incontri internazionali alla ricerca di soluzioni condivise da attori politici, economici e della società civile.
Sono stati scritti protocolli di intesa al fine di trovare una strada comune, ma non sempre la ragione scientifica prevale sulla ragione politico-strategica e quindi ci siamo trovati molte volte impantanati in situazioni difficilmente gestibili. Ma vediamo quali sono le cause e i principali effetti del cambiamento del clima.
Langeoog, Mare del Nord, Germania
La Terra è un luogo dove la concentrazione dei gas che compongono l'atmosfera consente il mantenimento di intervalli di temperatura che permettono la sopravvivenza di tutte le specie. L'atmosfera svolge un compito di contenimento della temperatura, come in una serra, permettendo che nel nostro pianeta le temperature rimangano miti. In pratica il calore liberato dalla terra viene trattenuto dall'atmosfera creando un naturale effetto serra che consente alla crosta terrestre di non raggiungere temperature troppo basse per la sopravvivenza. Questo effetto serra naturale oggi viene perturbato e potenziato dall'immissione in atmosfera di gas in eccesso da parte dell'uomo, che trattengono più calore, determinando un progressivo e troppo repentino innalzamento della temperatura terrestre.
È come se in una serra venisse acceso il riscaldamento portando quindi l'ambiente a temperature troppo elevate.
I gas a effetto serra sono molti, i più importanti sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido di azoto (N2O), idrocarburi fluorati (HFC), idrocarburi perfluorati (PFC) e esafluoruro di zolfo (SF6).
Il livello di emissioni di CO2 è l'indicatore usato come unità di riferimento, ma non va dimenticato che le emissioni sono composte da molti gas con effetto serra. Ogni gas ha un suo specifico potenziale di assorbimento del calore e quindi di possibile contributo all'effetto serra, espresso come GWP (Global Warming Potential). Per esempio anche il metano liberato nell'aria è un gas serra e il suo fattore di conversione è 21 per cui ogni volta che un processo libera un kg di metano esso incide sull'effetto serra come 21 kg CO2.
È anche vero che, seppur alcuni gas abbiano fattori di conversione alti, la CO2 oggi è il gas serra più presente e rilevante. In ogni caso una corretta valutazione dovrebbe analizzare i processi in termini di CO2eq, dove ogni gas viene rapportato in termini di kg di CO2 equivalente secondo i fattori di conversione indicati. Per esempio se un processo emette 1 kg di CO2 e 1 kg di metano si parlerà di 22 kg di CO2 equivalente.
L'aumento del livello di CO2eq nell'aria ha delle ricadute sull'effetto serra e quindi sull'innalzamento della temperatura del pianeta.
Va considerato che sulla Terra comunque vi è una tendenza naturale all'aumento della temperatura, anche in assenza di contributi antropici e, in tempi geologici, le oscillazioni di temperatura si sono sempre verificate. La differenza, rispetto al passato, è che il tasso di cambiamento della temperatura è molto più accentuato, in altri termini avviene in tempi più brevi. Gli li studiosi stimano sia necessario non superare i 2 gradi di aumento di temperatura nel 2020 rispetto all'era preindustriale per non avere esiti catastrofici sul sistema climatico.
FIGURA 1: Variazione temperatura globale negli ultimi 100 anni 1Nel 2006 il governo inglese commissionò a Nicholas Stern, ex capo economista della Banca Mondiale, un rapporto sulle ricadute economiche del riscaldamento globale2. In questo rapporto molto dettagliato Stern indicò che se non fosse intervenuta nessuna azione per arginare il riscaldamento globale i danni per l'economia globale sarebbero stati pari al 20% del PIL, una cifra analoga all'impatto delle due guerre mondiali insieme.
Nello stesso rapporto si indicava che per arginare il problema sarebbe sufficiente un investimento da parte dei governi del 1% del PIL fino al 2050.
Nella medesima relazione veniva fatta un'analisi degli effetti dell'innalzamento della temperatura:
Negli anni i governi con fatica hanno deciso di ridurre il loro livello di emissioni con diversi accordi che partono dal protocollo di Kyoto passano per il 20.20.20 dell'Unione Europea e arrivano ai giorni nostri.
Oggi l'Europa si è prefissata un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2eq del 40% rispetto al livello del 1990.
FIGURA 2: Andamento emissioni CO2 1955-2014 3
Nonostante gli attuali sforzi, se analizziamo il livello di emissioni di CO2eq nel mondo vediamo che l'andamento tende purtroppo progressivamente ad aumentare inesorabilmente.
Gli scienziati ritengono che il livello di sicurezza delle emissioni sia al di sotto di 350 ppm (parti per milione), mentre il livello di 450 ppm è comunemente ritenuto come il livello oltre il quale i cambiamenti climatici saranno irreversibili. Il livello di 350 è stato superato nel 1985 e mai più riottenuto.
FIGURA 3: Situazioni emissioni CO2 AL 1980
FIGURA 4: Situazione emissioni CO2 AL 2000
FIGURA 5: Situazione emissioni CO2 AL 2007
In questi grafici si può notare l'andamento delle emissioni per molti Stati del mondo. La dimensione dei tondi rappresenta la quantità, mentre il numero in esso contenuto rappresenta la classifica posta a sinistra.
Gli effetti dell'innalzamento delle temperature sono sotto gli occhi di tutti ogni anno: il clima sta cambiando e ormai eventi quali uragani, tifoni e alluvioni sono all'ordine del giorno, ma anche fenomeni come "le bombe d'acqua" oppure le trombe d'aria che stanno ampliando i loro effetti anche alle nostre latitudini.
Oggi l'approccio di tutti i governi è molto più attento al problema ma non ancora sufficiente come si può ben vedere dai grafici, ma quello che è importante è che ci sia attenzione anche da parte dei singoli perché ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa per la riduzione delle emissioni:
- Ridurre il consumo energetico
- Ridurre l'utilizzo di auto e mezzi inquinanti
- Fare la raccolta differenziata
- Ridurre la cementificazione delle città
e molto altro ancora.
Oggi gli scienziati stanno anche rivolgendo le loro ricerche per capire quali siano i sistemi più vulnerabili e per scoprire come può l'uomo adattarsi agli effetti inevitabili che comunque, speriamo in minima parte, si avranno.
Il problema alla fine è uno solo: la terra alla fine ce la farà e creerà un nuovo equilibrio, ma sono le specie che potrebbero non sopravvivere... compresa la nostra.
1 - www.ilpost.it/2013/01/17/mappa-nasa-riscaldamento-globale
2 - http://webarchive.nationalarchives.gov.uk/20080910140413/http://www.hm-treasury.gov.uk/independent_reviews/stern_review_economics_climate_change/stern_review_report.cfm
3 - http://co2now.org