La storia
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Un album pieno di storie
Le nostre prime figurine
di Luca Villa
Il teatro è pieno, lo spettacolo già iniziato. L’omino che vende i dolciumi si muove di fila in fila, con la cesta 'abbatte' qualche testa e consegna cioccolato.
Una donna, scartata la confezione di quello appena comperato, esclama: - Il Feroce Saladino!-.
Le fa eco la voce dello spettatore vicino, anche lui aveva appena aperto un cioccolato Perugina.
- Lo vuole cambiare con due Padroni di Casa? – urla una donna alzandosi dalla propria poltrona in pieno fragore musicale dell’orchestra.
- Lo prendo io. Le dò tre Pechinesi - replica un uomo seduto davanti a loro.
- Lei ha tre Pechinesi? – un’altra persona entra nella discussione alzandosi dal proprio posto: - Allora possiamo fare un affare. Le dò la Bella Corsara, un Buffalo Bill e la moglie di Putifar.
- La moglie di Putifar! Lei ha la moglie di Putifar! – esclama un uomo, partendo di fretta dall’altro versante del pubblico e dirigendosi verso la persona che ha parlato: - è da un mese che cerco la moglie di Putifar. Le dò due belle Sulamite.
Un signore distinto, occhiali e baffi, risponde alla proposta: - Gliele dò io. Le dò due Marlene e un Ciambellano.
- Per il Ciambellano ci sono io – fa una signora a modo e con un certo tono: – Ho un Re Luigi, il Castellano e lo Stratosferico.
Il vicino di posto della donna dice, con voce più pacata: - Lo Stratosferico a me. Le dò un Mugiko e Ulisse il Furbacchione.
- Il Furbacchione se lo può tenere – replica la signora con un cenno da snob.
- A me il Furbacchione! – correndo un uomo supera la fila dove era seduto: - Le dò Greta, Adolfo, Maria e De Sica.
Tutta questa sceneggiata iniziale, qui di breve durata ma che prosegue nella storia, si trova all’interno del film «Il Feroce Saladino». Realizzato nel 1937 da Mario Bonnard, è la perfetta apertura del tema di questo scritto.
1934: l'EIAR, Ente Nazionale Radiofonico, trasmette nelle radio di tutti gli italiani «I Quattro Moschettieri». Aldo Spagnoli ne fu l'ideatore, il quale trovò il supporto della ditta Buitoni Perugina, creando il primo caso di sponsorizzazione in Italia. È un programma divertente, si sviluppa attraverso il racconto de «I tre moschettieri» di Dumas, rivisitato da Angelo Nizza e Riccardo Morbelli, con l'introduzione di personaggi e ambientazioni di altri periodi storici, una radioavventura come da loro definita.
Due anni dopo la Buitoni Perugina decide di promuovere una raccolta a premi, attraverso il completamento di un album di figurine. Tema dell'album e delle figurine erano le storie del programma radiofonico. Nei cartoncini erano stati disegnati, da Angelo Bioletto, i personaggi più importanti.
Cento erano le figurine che si dovevano raccogliere per completare l'album. Si potevano trovare in tutti i prodotti alimentari Buitoni (pasta) e Perugina (dolci), nonché nei pacchetti di sigarette della Manifattura Tabacchi Orientali di Zara (allora italiana). Una volta incollate sull'album (non erano autoadesive, a quell'epoca erano semplici cartoncini) bisognava spedirlo a Perugia alla Perugina, o a Sansepolcro alla Buitoni, e si riceveva un premio. Più album completi si spedivano e maggiore era il valore del regalo che si riceveva. In cima a questo elenco (visibile sul retro della figurina) troviamo la Fiat 500, ma erano veramente tanti gli album da finire (150) per portarsela a casa.
Nella serie delle cento figurine una di queste, la numero 20 «Il Feroce Saladino», è più difficile da trovare. C'è chi dice che è stata volutamente creata la rarità, la ditta invece scuserà questo fatto con il ritardo del disegnatore nell'inviare l'immagine del personaggio allo stampatore.
Nel breve la raccolta diventa un fatto nazionale, la novità agita gli italiani che iniziano a cercare e scambiare figurine. Questa situazione me ne ha fatto ricordare una vissuta, la raccolta delle tessere telefoniche, dove una grossa fetta di connazionali, di tutte le fasce d’età, acquistavano, vendevano e scambiavano tessere in ogni dove e trovavi la gente nelle cabine telefoniche non per telefonare ma alla ricerca di carte lasciate dagli utilizzatori.
Nel 1937 il programma radiofonico è soppresso. La protesta di alcune ditte concorrenti e l'uscita di altri concorsi a premi simili porta il Ministero delle Finanze a questa drastica decisione. Nello stesso anno una legge dello stato afferma che nelle raccolte a premi con figurine, queste debbano essere sempre prodotte in uguale numero.
È il 1938 quando esce la seconda serie di figurine denominata "Due anni dopo". Sempre una raccolta di 100 pezzi, alcuni personaggi erano presenti anche nella prima edizione, cambia l'immagine. Per identificare le due serie in queste ultime il nome del personaggio, in basso, è scritto in bianco su fondo verde.
Io non direi che quella raccolta fosse mossa da passione collezionistica. Questo perché l'oggetto che si andava a cercare, trovato alla fine, veniva spedito alla ditta promotrice del concorso a premi. Quindi avevi in mano un regalo in più ma cento figurine in meno.
Sicuramente è più collezionistica l’operazione di raccogliere attuale. A parte l’impossibilità di andare in negozio e trovare ancora prodotti con le figurine (sarebbero solo scaduti da un’ottantina d’anni) non c’è più nessuno che ti premia. Quindi è veramente solo collezionismo.
Aggiungerei che in ognuna di queste figurine si può trovare la storia o una storia. Vedete voi quale scegliere per singolo caso. Per raccontare alcuni di questi cartoncini (misura 4 per quasi 8 centimetri) quale valido supporto mi avvalgo proprio di uno dei premi del concorso: il libro «I quattro moschettieri» in cui sono raccontate le vicende dei personaggi del programma radiofonico.
Aprirono gli occhi e si videro già seduti ad una vasta tavola imbandita, in capo alla quale sedeva un tipo stranissimo di gentiluomo, allegramente vestito di nero da capo a piedi. Il cranio pelato e il viso di cartapecora color limone acerbo erano piegati leggermente all'indietro per dare libero sfogo alla risata beffarda che gli gorgogliava dalla bocca enorme.
All'interno del libro, scorrendo il racconto, è possibile identificare i personaggi delle figurine, come il Castellano Dannato, la numero 10. Ricordiamoci come l’origine di tutto è il programma alla radio, erano lì che si animavano i personaggi, anche solo a voce. Di tutto questo ho trovato solo 5 minuti su Youtube e un disco (in vinile) dell’epoca.
Eh – spiegò il professionista – io faccio sempre il naufrago. Ogni tanto trovo una nave in crociera ... Allora butto a mare i viveri, mi tolgo la camicia e la agito per fare segnali. Una società di navigazione e una compagnia di turismo mi stipendiano per questo. I viaggiatori in crociera, che bel racconto hanno da fare quando ritornano a casa! «Abbiamo trovato un vecchio su una zattera: eran tre mesi che non mangiava!».
La figurina numero 16 ci propone il naufrago 'Ulisse il furbacchione'. Nel libro le storie dei soggetti dei singoli cartoncini si riducono da qualche pagina a poche righe e solo nel momento in cui entrano in contatto con i personaggi principali del racconto, i Moschettieri e Arlecchino.
Madamigella di Fox-Terrier, grande Camerlenga, era nervosa, quella notte. Stanca di risolvere parole incrociate (ma che cos'era mai quella parola di cinque lettere 'la fanno i bambini nel letto'?). Si alzò e, rivolgendosi ad una damigella biondina col viso cosparso di lentiggini, disse con voce nervosa: - Invece di starvene lì con le mani in mano, aprite la finestra. Giocheremo a chi sputa più lontano -
La 'gran' Dama è la figurina numero 12 della collezione. Ma non ci sono solo personaggi di fantasia.
La grande Caterina era quello che si dice una donna fatale. Inutile descriverla. Immaginatevi che somigliasse a Marlene Dietrich e che, a loro volta, gli ufficiali dello statomaggiore che la circondano, somigliassero in modo impressionante ai membri del consiglio di amministrazione della Paramount.
La figurina è la numero 36, Marlene. Dalla cinematografia appena nata all’inizio del secolo e che da circa un ventennio sforna le prime stars, il programma, quindi le figurine, prendono un gran numero di personaggi e non tutti sono ancora ricordati ora come Marlene Dietrich.
Il pasto della sera non fu recato dal capocarceriere, ma dalla figlia, una cinesina di Sciangai, che somigliava tutta ad Anna May Wong.
- Come ti chiami, oh bel fiove di loto? – le sussurrò Aramis.
- Non posso dirti il mio nome, oh straniero – rispose la fanciulla. – Io per te non debbo aver nome… Ti basti sapere che ti ho visto ieri mentre ti portavano qui. Io non debbo aver nome, per te! Debbo essere come il vento che gonfia le vele dei sampang sull’Hoang-Ho… Straniero, io lascerò la porta aperta per te. -
La figurina numero 39 è nominata Shanghai Lil, personaggio di fantasia (più volte proposto da cinema e fumetto) a cui viene associata l'attrice statunitense Anna May Wong, la prima di origini asiatico americane ad avere fama mondiale. Nella sua carriera ha partecipato a una sessantina di film passando il periodo dal muto al sonoro.
Non aveva finita la frase che nel vano della porta, scostando come le soprano fanno col sipario, la tenda di porpora, apparve la mietitrice di cuori dardeggiando gli astanti col suo sguardo metallurgico. Il casco di capelli neri come l’antracite, le unghie rosse come la ceralacca, le calze di setartificiale, l’ombrellino di marabù, il serpente che si portava a spasso al guinzaglio rivelavano la sua essenza. Un effluvio di cinnamomo e di benzoino era nell’aria immota. Avanzava con passi di pantera, fiutando l’aere con quel naso che, se fosse stato un dito più lungo, Antonio si sarebbe diviso con Ottaviano il grande Impero e tutti i libri di storia andrebbero modificati.
All'interno di questo panorama di personaggi non potevano mancare quelli storici, come Cleopatra, rappresentata (nella figurina 80) mentre si accende una sigaretta (e molto somigliante a Claudette Colbert nel film Cleopatra del 1934). Rimanendo in tema Antico Egitto ecco le figlie di Ramsete (figurina numero 79):
- Papà, papà! -
- Che c’è, quest’oggi?-
- Voglio una piramide – disse la prima.
- Anch’io, anch’io! – fecero eco le altre due.
Il Faraone guardò trasecolato il frutto delle sue viscere:
- Ma porca l’acquavite! Che cosa ne volete fare? -
- Me l’avevi promessa – fece la prima figlia – Ci voglio dare dei ricevimenti
- Ma di piramidi ce ne sono tre. Non vanno bene, quelle?
Le fanciulle si davan di gomito come per incitarsi vicendevolmente:
- No, io ne voglio una in stile novecento!
- E io una con la linea aerodinamica.
- E io una fatta a chalet svizzero.
Tarzan (figurina 68) e la compagna di Tarzan (figurina 69) entrano nella storia grazie alla coppia di attori Johann Weissmüller - Maureen O'Sullivan. Proprio il film Tarzan e la compagna (1934) fece scalpore all’epoca perché l’attrice in alcune scene è seminuda, indossando un completo molto ridotto, in sintonia con l’ambientazione del film, poco invece con la visione femminile dell’inglese medio di allora. Di questa pellicola ne esistono quindi tre versioni più o meno censurate.
Abbiamo Greta, Greta Garbo (figurina 48). C’è Douglas, Douglas Fairbanks (figurina 46) il più popolare attore del cinema muto, qui negli abiti di Robin Hood (film del 1922). Anche la seconda serie renderà omaggio alle stars americane del cinema, come Sherley Temple (La Piccola Stella, figurina 97), Ginger Rogers e Fred Astaire (figurina 93) o l’Ineffabile William (figurina 96) ovvero William Powell, nel 1934 fu «L’Uomo Ombra» (il detective Nick Charles) con al fianco Mirna Loy.
Tutto questo colorito parterre di attori e attrici a stelle e strisce pubblicizzati sulle figurine e presenti nelle mani degli italiani, non so quanto possano aver reso felice il governo fascista di allora tutto intento a dare valore e gloria al Made in Italy. Dedichiamoci allora anche agli artisti e insigni vari italiani messi sulla figurina.
Rimanendo nella seconda edizione (1938) e facendo riferimento ora al secondo libro, intitolato come l’album …Due anni dopo», troviamo altri interessanti personaggi. Il primo tra quelli che mi hanno maggiormente incuriosito è presente nella figurina numero 49. Nel disegno ecco un signore distinto e vestito di tutto punto, cappello e bastone in mano, vicino a lui una sedia con una sottoveste e un reggiseno. Il titolo è Guido «Robes et Manteaux» e fa riferimento allo scrittore Guido da Verona e al suo libro «Cléo Robes et Manteaux», pubblicato nel 1926. La trama del racconto: nessuna donna, a memoria d'uomo, è riuscita a resistere al fascino del Conte Consalvo Malachia Gusmano Francesco Maria. Ma un giorno tutte le certezze del nostro irresistibile Conte vengono scosse da un intollerabile oltraggio: una donna, per di più bellissima ed elegante, titolare di una casa di moda, dopo un incontro erotico con lui, scompare lasciandogli un biglietto e una banconota da mille lire. Con un maschio di tali qualità non poteva mancare la figurina di Giacomo Casanova (numero 47).
Gli attori De Sica (Vittorio) e Melnati (Umberto) li troviamo nella figurina numero 43, mentre nella numero 92 è presente Besozzi (Nino) artista che alterna in quel periodo il cinema alla radio.
Chi vuole collezionare le figurine Perugina Buitoni con una paziente ricerca online può nell’arco di qualche anno trovarne la maggior parte a prezzi contenuti. Il Feroce Saladino in quanto rara già allora è la figurina più costosa, altre comunque sono difficili da trovare. Le figurine possono essere: di recupero (staccate) da album e quindi è facile che il retro (dove è presente il regolamento e gli viene spalmata la colla per fissarle) sia rovinato; non utilizzate e in questo caso è utile, soprattutto se si vuole spendere soldi per pezzi rari, essere certi che non sia un falso, d’epoca o moderno. Nella seconda serie, a memoria di questo, esistono la figurina numero 70 (l’imitatore delle figurine) e la numero 74 (il falsario delle figurine).
Non essendoci album per la raccolta se non quello originale, ma meglio evitare ora di incollare le figurine a questo, ritengo sia bello crearlo con buste a inserti a misura di cartoncino, separate con fogli personalizzati dove scrivere la storia scoperta per ogni singola figurina, sulla falsa riga di quella raccontata in questo articolo.
“Avete il Feroce Saladino?
Per lui vi dò l’amico Giorgio, Sandokan, Pierino e la Perpetua”.
E buone feste a tutti.