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La notte era finita
Una dimensione ignota che può essere quotidiana
di Chiara Caravello
Immersi nell'aspettativa è più probabile annegare che trovare un tesoro. La meraviglia per definizione coglie alla sprovvista, nel bene e nel male si tiene lontana dallo spazio delle attese, del compiacimento, del dovuto.
Il nostro mondo di desideri ci rende incontentabili, compone in noi una costante nota amara, un suono di piombo a picco sulla felicità, ineludibile sottofondo, rimbomba, esplode, le sue schegge si conficcano in ogni antro della nostra quotidianità. Solo nel semplice, nel disinteresse della gratuità, possiamo davvero cogliere meraviglia, quando d'improvviso ci mozza il respiro, s'arrossano le guance, i lembi delle labbra salgono e salgono, come a raggiungere il cielo per ringraziarlo con una dolce carezza. Rimaniamo a bocca aperta, sospesi in un limbo di gioia, le mani sul volto per sentire che ci siamo ancora, che sta davvero accadendo. Il reale può contenere infinita abbondanza, plasmare la sua forma per accoglierne illimitatamente, non è altro che la nostra percezione a trasformarsi in continuazione: per chiunque voglia conoscere, le sorprese non finiscono mai!
Nel mondo dei grandi si associa spesso la meraviglia ai volti stupiti dei bambini, un susseguirsi di perché risolti da incantesimi e pupazzetti, risposte fantastiche passate per voci di personaggi immaginari. In realtà è per tutti innumerevole la quantità di fatti e parole in grado di lasciare di stucco, di stringere la gola, strozzando sul nascere qualunque commento. Anche il male è costante meraviglia, dove la gioia diventa dolore l'incredulo è colui che non può accettare la realtà, il suo perché echeggia nel vuoto della sorpresa. Nessun pupazzetto sopraggiunge dal buio, non ci spetta nessuna risposta magica né alcun tenero conforto in questa dimensione ignota. Eppure sempre, presto o tardi, il sole risorge, tinto di rosa e commovente stupore, supremo vincitore del buio, dolcemente viene a ridisegnare i contorni di ciò che ci pareva essere sparito.
"La notte era finita e ti sentivo ancora, sapore della vita, meraviglioso."