Il sesto senso fotografico

Dove sono i sensi nei sogni?

di Andrea Basci

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Tutto tace, tutto dorme e sotto sotto uno dopo l’altro appaiono vividi e reali.
Anche le percezioni olfattive attraversano quegli istanti, poi ci si sveglia.

Il percorso sensoriale è vivo e coinvolgente ma ha la vita breve di una farfalla.
Bastano piccoli battiti e la somma dei sensi, risultato delle emozioni,
evapora velocemente anche se cerchi di afferrare con le mani quei ricordi preziosi.
Nel suo “Grand Tour” Stendhal è il primo a descrivere il coinvolgimento di tutti i sensi
davanti ad opere meravigliose.
Racconta così quell’estasi sensoriale dopo la sua visita a Firenze:
«Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti
ed i sentimenti appassionati.
Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore,
la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere».
Questa è la descrizione precisa del sesto senso, il risultato algebrico dei cinque codificati
e dati per certi.

canneto pievina
La vista è sempre considerata la prima delle percezioni fondamentali,
è l’impatto mattutino che si chiude con le letture serali e, al di fuori di ogni regola,
regala magie notturne dove tutto è possibile.
Aspiro un po’ più in profondità, con attenzione, abbasso lo sguardo e la cucina è un crogiuolo
di profumi che aprono ricordi,
il marmo bianco e liscio, non lucido, quello dove niente si riflette ma alle dita è velluto;
le piccole imperfezioni delle mille preparazioni, di coltelli caduti, forchette, fruste
e ramaiuoli trascinati solleticano i polpastrelli e divagano negli anni.
Dove si nascondono i sensi nelle immagini?
Basta prima guardarle, sfiorarle, aspirarne il profumo e sentire nella mente
quel che il palato non raccoglie subito.
Poi chiudere gli occhi.
Chiudere e sbarrare i canali sensoriali e lasciare che l’immagine invada il sesto senso
con scariche di emozioni a dipanarsi e aggrovigliarsi.
Se ne sta lì la vertigine fotografica:
guardare e chiudere gli occhi per lasciarsi condurre nelle intricate strade dei sensi.

albero pievina 1024Quadri luminosi che necessitano di spegnere la vista e ascoltare musica per assaporare
il pensiero immaginifico del fotografo.
Lì il tatto sente la terra dei campi, il naso si riempie di fragranze
e la bocca è attraversata dai racconti delle visioni insieme al rumore del vento.
Riapri gli occhi e le descrizioni emozionali di Stendhal ti si cuciono addosso.
Si muove tra quei rettangoli e quadrati il sesto senso fotografico,
non sempre facile da trovare ma quando ci si riempie la vista e poi la si chiude,
l’onda forte dei cinque sensi spazza la mente e fa battere il cuore
allora si barcolla un attimo e si cresce dentro.

Fotografie di Andrea Basci

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