Leggiamo la montagna...

...portatrice della struttura dell’Universo

di Enus Mazzoni

11 chi siamo 1920

Nel fare creiamo la nostra manifestazione ed osservandola ci ricordiamo chi siamo.

La Montagna, come la Natura, è indifferente ai terrestri quanto agli ex-terrestri per semplice deduzione: se solo ci muovesse guerra saremmo spacciati.

Ora, per molti, il paesaggio montano, lo scenario di un bosco, il perpetuo movimento delle acque di un torrente rappresentano una porta verso la proiezione di una dimensione spirituale diversa da quella quotidiana oppure diventa viatico per vivere alcuni momenti di consapevolezza.

L’ex terrestre è attento lettore di informazioni legate alla propria natura, alla struttura dell’Universo e la Montagna ne è portatrice.
Sarà per la presenza di elementi nativi, sarà per il mutamento di prospettiva rispetto al quotidiano: la percezione si affina e si riempie.
Registriamo segnali che riceviamo attraverso le sensazioni olfattive, tattili, uditive, gustative e per chi raccoglie i contenuti di questa rubrica, prevalentemente visive.

L’informazione universale è registrata sulla superficie degli elementi.
È un’informazione che ci dice molto della struttura universale: l’Universo è un ologramma virtuale non locale ed  ha proprietà frattali.
Queste caratteristiche che meglio lo descrivono sono evidenti nella stessa misura in cui gli elementi fondamentali che compongono l’Universo non lo sono: fotoni ed antifotoni.

 

00 principio olografico 1920

0 nuovole bianche 1920

1 bosco 1920

02 prati 1920

Il principio olografico determina che l'informazione sia legata alla struttura della superficie del fenomeno di cui vogliamo misurare l'entropia, cioè conoscerne le informazioni.

 

Nel 1982 Alain Aspect, fisico dell'Università di Parigi, ed il suo team hanno scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente l’una con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. È come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stiano facendo tutte le altre. Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein, che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce, è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. L'ipotesi più accreditata è la seconda. David Bohom sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà oggettiva non esiste. Nonostante la sua apparente solidità, l'universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.

 

03 nuvole basse 1920

04 montagna bianconera 1920

05 neve estesa 1920

06 Universo olografico 1920

Esiste un Universo Olografico con proprietà frattali, quale realtà virtuale, non locale.

 

La scienza occidentale ha quasi sempre agito sotto la spinta del preconcetto che il modo migliore di capire ciò che è fisico, si tratti di una rana o di un atomo, sia di sezionarlo e di studiarne le varie parti: gli ologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da questo tipo di approccio. Questa intuizione suggerì a Bohom una strada diversa per comprendere la scoperta del professor Aspect. Egli si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione: a qualche livello più profondo di realtà tali particelle non sono entità individuali, bensì estensioni di una stessa entità fondamentale.

 

07 alberti grigi 1920jpg

08 foresta betulla 1920

09 alberi verdi 1920

10 germoglio abete 1920

Nel fare creiamo la nostra manifestazione ed osservandola ci ricordiamo chi siamo.

 

Bibliografia

Back to top
Condividi