Il fumetto e la guerra

Per assaporare il tempo passato

di Luca Villa

corriere dei piccoli 1942 n1 1024

Il grande solaio di casa era come un favoloso baule del tesoro. Ogni volta che salivo in quel luogo era un'avventura. Sulla scala di legno capeggiava una splendida signora di cartone, altezza naturale, che pubblicizzava le pellicole Ferrania.


Entrando nel locale eri assorbito dall'odore di legno e polvere. Venivi ripetutamente colpito da piccoli e intensi raggi di sole che si intrufolavano tra le grosse “piode” che ricoprivano il tetto.
In quell'enorme spazio, visto dagli occhi di un bambino, c'era di tutto: vecchie stufe, sedie di legno, pentolame, armadi, materassi e la lista potrebbe continuare ancora per molto. Il mio interesse si rivolgeva però a pezzi più piccoli, inscatolati o impacchettati, non tanto quale protezione quanto più per tenerli in ordine.
Uno dei primi oggetti che prelevai dal solaio e portai in camera mia, quasi come un trofeo, furono dei fumetti giornale. Non erano in ottime condizioni, soprattutto i primi del pacchetto, una semplice doppia pagina di quotidiano era la copertura in cui erano custoditi. Umidità, vento e gli inquilini del solaio, i topi, avevano pensato bene di lasciare il loro segno su quelle riviste.
L'umidità era ben visibile dai segni scuri che chiazzavano i fogli. La ruggine aveva colpito le due graffette che univano le pagine. Alcuni dei fumetti presentavano mancanze irregolari, principalmente negli angoli, dovute ai locali roditori, ma tutte queste imperfezioni non mi portavano comunque a prendere in considerazione l'azione di cestinare il fumetto.
L'oggetto rovinato, parlando da collezionista di materiale datato, è meglio di quello immacolato in quanto in quelle rotture, pieghe o altro segno del tempo, c'è tutto il vissuto.
La prima operazione fu proprio una pulizia generale del giornalino, con molta cautela e delicatezza.
La carta dei fumetti giornale è la classica formato lenzuolo, di bassa qualità, concepita per un impegno quasi usa e getta, ovvero leggi e butti.
Le microfratture sui bordi sono quindi una normalità, eventuali pieghe del giornalino accelerano la rottura delle pagine.
Senza saperlo in quella prima operazione di conservazione avevo iniziato una collezione, ovvero quella dei fumetti.

vari fumetti 1024

Partono ora due importanti ricerche: una è quella di trovare altri fumetti a completamento della collezione; l’altra è la scoperta della storia dietro al giornalino. Ecco che uno sguardo attento all’oggetto porta, oltre che a capire le condizioni, a trovare ulteriori informazioni, ma a volte anche altri quesiti.
Quando risulta difficile solo visivamente valutare le condizioni del fumetto allora, poterlo visionare con le mani tastando il foglio, ci permette di capire se il tempo ha agito più o meno pesantemente. In presenza di alcuni giornalini dove l'umidità ha fatto la sua cattiva parte, l'odore è il primo senso che attiva la persona a dare un'immediata valutazione dell'oggetto.
Come l'umidità anche il fumo di sigaretta ingiallisce i fogli ed è immediatamente scoperta dall'odore di cui è impregnato il giornale. Dato che tu non sei la prima persona che inizi a collezionare un certo oggetto, ma c'è sempre qualcuno più anziano di te, poter ascoltare l’esperienza di queste persone, partecipare a convegni a tema e sentire esperti della materia, aiuta a riempire quel bagaglio culturale che sta intorno all’oggetto che si colleziona.

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I giornalini ritrovati in solaio erano stati pubblicati tra il 1940 e il 1955. Erano per la maggior parte Corriere dei Piccoli e Intrepido, alcuni Urrà! e due copie de Il Balilla e Il Giornalino. I fumetti fanno tuttora parte della mia collezione e a questi ne ho aggiunto altri, cercando di completare alcune serie oppure ricercando tra le altre testate prodotte in quel periodo.

Il 10 giugno 1940, l’Italia entrò nel secondo conflitto mondiale. L’edicola proponeva l’ultima novità di ogni giornale su un pannello all’ingresso, appeso con due mollette da bucato. Come i quotidiani, anche i fumetti avevano il loro spazio in questa vetrina del cartaceo. Uscivano settimanalmente e l’inizio della guerra non aveva, almeno in quel momento, fermato la macchina produttiva. Sul numero 24 del Corriere dei Piccoli, venduto al costo di 50 centesimi, si poteva leggere in prima pagina una storia guerresca di Formichino. Il disegno è fatto come tuttora a tavole, il testo rimato è scritto sotto ogni immagine e i personaggi parlano attraverso la classica nuvoletta. Formichino è l’unico caso di racconto a fumetti del Corriere dei Piccoli dove il discorso è racchiuso all’interno di uno spazio bianco tondo o ovale, che viene appunto definita nuvola.

lavventuroso 1942 n387 700Tutti gli altri, dal Signor Bonaventura a Marmittone, da Macarietto a Sor Pampurio, si affidano alle scritte sotto il disegno. Nelle storie di Topolino invece si parla solo attraverso i ballons, ovvero le nuvolette. In quei giorni è presente in prima pagina la continuazione del racconto “Topolino e la Lampada di Aladino”. Ecco una distinzione tra CdP (Corriere dei Piccoli) e Topolino. Il Corrierino porta in prima pagina solo storie auto conclusive, Topolino invece ci fa leggere parte di un racconto che prosegue per parecchi numeri. Anche L’Avventuroso presentava sul primo foglio del fumetto, numero 296 datato 9 giugno 1940, una storia a puntate intitolata “Karnak il mago”.

Intrepido, altro settimanale a fumetti dell’epoca, continuava nel numero 25 il romanzo d’avventura “Cuore Garibaldino”. Una nota dobbiamo farla sui numeri delle serie. Il Corrierino e Intrepido indicano cifre basse perché la loro numerazione riparte ogni inizio anno. L’Avventuroso e Topolino invece incrementano il proprio numero dal primo fumetto pubblicato. Così succede che, anche se il Corriere dei Piccoli ha il numero 24, è il fumetto più datato in quanto ha iniziato la propria vita editoriale nel 1908.

L’A.P.I. (Anonima Periodici Italiani) poi Mondadori, pubblica oltre a Topolino anche Paperino. A inizio giugno 1940 il giornale Paperino sta terminando la storia a puntate “Paperino Chiromante”. Anche Paperino è alla fine e concluderà la propria vita editoriale nel dicembre 1940. Il papero della Disney riavrà un fumetto tutto suo solo negli anni ’70. 

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Due pubblicazioni collegate al governo fascista dell’epoca sono Il Balilla e La Piccola Italiana. Il primo è rivista a fumetti già da diversi anni, La Piccola Italiana invece solo da poco ha introdotto i fumetti, compresa la storia auto conclusiva in prima pagina. Il Vittorioso pubblica a inizio giugno il numero 23 e in copertina c’è la ventesima puntata de “Il Nemico Invisibile” con le avventure di un eroe italiano che, strano a credersi, si chiama Romano.

Conoscere delle case editrici e la loro sede è importante per il proseguo del nostro racconto, una storia già scritta. Nel 1943, a fine luglio, Mussolini è destituito e il partito fascista dichiarato fuorilegge. A settembre l’Italia firma un armistizio con gli inglesi e gli americani pur avendo ancora i tedeschi in casa. È il caos. Il 1943 è un anno nero anche per i fumetti. Chiudono le due pubblicazioni legate al fascismo, La Piccola Italiana e Il Balilla. Termina Topolino, L’Avventuroso, Il Vittorioso e l’Intrepido. Rimane attivo il Corriere di Piccoli. Gli alleati avanzano dal sud Italia e nel giugno 1944 sono a Roma.
In quei giorni riparte nella capitale la pubblicazione de Il Vittorioso e una nuova serie, L’Avventura, con le storie di Flash Gordon nella prima pagina. Ecco un primo punto dove il luogo di realizzazione del fumetto determina scelte diverse di impostazione: a Roma le pubblicazioni ricominciano con il classico formato giornale ma, nota importante, hanno perso quel numero romano che indicava l’anno dell’era fascista. Il Corriere dei Piccoli è prodotto a Milano (Corriere della Sera). La pubblicazione ha ridotto il proprio formato, ha perso la forza propagandistica nelle sue storie, ma continua a mantenere il numero romano associato al 1944.

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Dopo la data del 20 ottobre 1944 riesce persino a creare l’anno XXIII di un periodo fascista che ormai non c’è più. In effetti anche il Corriere dei Piccoli un momento di “liberazione” se l’era creato quando dalla pubblicazione dell'1 Agosto fino all’ultimo numero del 1943 la data fascista non l’aveva più inserita. 

intrepido 1940 n50 512Il 1945 chiude la guerra e riparte la produzione fumettistica. Topolino e Intrepido tornano in edicola, anche se il secondo inizierà prima a pubblicare solo a Roma e quindi a Milano e le due riviste non saranno identiche fino a quasi fine anno.
In questo periodo se si legge la testata di un fumetto è possibile trovare una scritta simile a questa: “Roma prezzo L. 12 – Fuori Roma L.13”. La guerra, oltre ad aver portato un cambio drastico del valore della moneta (ricordate il costo del fumetto del 1940) ha reso difficile i trasporti in tutta la nazione la quale sta partendo nella sua ricostruzione. Questo spiega il doppio prezzo. Lo stesso vale per i giornalini di Firenze come per quelli editi a Milano.

L’impronta americana è nella maggior parte delle nuove pubblicazioni con Dick Tracy, Flash Gordon, Tarzan, il Far West, L’uomo d’acciaio (Superman) e il Pipistrello (Batman).
Lentamente viene tolto il testo sotto la vignetta e il nostro cow-boy Tex italiano inizia da subito a parlare a nuvolette. A breve le serie in formato giornale vanno a modificarsi per altre dimensioni più commerciabili.
E così qualcuno prende da un locale alcuni fumetti già letti e, dopo averli impacchettati, li trasporta nel solaio di casa. Ma questa è un’altra storia.

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