I legami
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Legami musicali
Approfondiamo i connubi tra le arti
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Le arti e in particolare la musica, la pittura, la letteratura, la poesia, sono sempre state legate fra loro e hanno tratto ispirazione l’una dalle altre.
Ogni periodo, ogni movimento storico, classicismo, romanticismo, impressionismo, verismo, ecc., ha avuto come protagoniste le varie arti e gli stretti legami fra di loro, in particolare e soprattutto musica e poesia, musica e letteratura. Innanzitutto vorrei proprio soffermarmi su questi due legami a mio giudizio molto importanti, che hanno generato capolavori assoluti.
Il lied (canzone) è il tipico esempio del connubio fra musica e poesia, un testo poetico cantato dalla voce femminile o maschile. A questa composizione, che rientra nel genere “musica da camera”, si sono dedicati i maggiori compositori di ogni tempo, da Beethoven (1770-1827) a Schumann (1810-1856), da Brahms (1833-1897) a Wolf (1860-1903). Ma, a mio giudizio, quelli che hanno raggiunto in questo campo livelli altissimi, sono stati sicuramente Schubert (1797-1828) nell’Ottocento, e più tardi Mahler (1860-1911) e Richard Strauss (1864-1949).
Di Schubert voglio ricordare due lieder eccezionali come “la Serenata” e “l'Ave Maria” e poi le raccolte su testi di Müller come “Die schone Müllerin” e “Die Winterreise” o quelle su testi di Rellstab, Heine e Seidl “Swanengesang”.
Di Mahler ricordo le raccolte “Des Knaben Wunderhorn" (il corno meraviglioso del fanciullo) su poesie e testi popolari e i “Kindertotenlieder (canti dei bambini morti) su poesie di Rukert.
Infine voglio citare Richard Strauss la cui produzione liederistica lo accompagnò per tutta la vita con altissimi esiti artistici, culminando nei bellissimi “Vier letzte lieder” (Quattro ultimi Lieder) su testi di H. Hesse.
Il connubio musica e letteratura ci porta immediatamente all’opera lirica, al melodramma, i cui compositori hanno attinto ai capolavori letterari di tutti i tempi trasformando in musica i loro drammi e i loro sentimenti. Farò alcuni esempi pensando soprattutto a Verdi: “Ernani” e “Rigoletto” da Victor Hugo, “I Masnadieri”, “Luisa Miller” e “Don Carlos” da Schiller, “La Traviata” da A. Dumas, “Il Trovatore” da A. Garcia Gutierrez, “Macbeth”, “Otello” e “Falstaf” da Shakespeare. Passerei anche a Puccini: “Manon Lescaut” da Prévost, “Bohème” da H. Murger, “Madama Butterfly” da D. Belasco, “Turandot” dalla fiaba di C.Gozzi. Inoltre non posso dimenticare “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini e “Le Nozze di Figaro” di Mozart, entrambe da Baumarchais.
Anche Gounod, Massenet, Bizet, Ponchielli, Mascagni, Giordano, sono tutti compositori che hanno tratto ispirazione da tanti testi letterari, da tanti romanzi, drammi e poemi. Voglio precisare ora che i romanzi, i drammi oggetto delle trame delle opere liriche di cui sopra, per essere messi in musica hanno necessitato di una riduzione in versi, dunque dell’intervento di un, così chiamato, librettista che può essere considerato, a tutti gli effetti, un poeta, magari non sempre di grandissimo livello, ad esclusione di alcuni casi, ma di sicuro mestiere, estro e inventiva. Cito Antonio Ghislanzoni, Temistocle Solera, Francesco Maria Piave, Arrigo Boito (fra i librettisti di Verdi), Felice Romani (fra i librettisti di Bellini e Donizetti), Illica e Giacosa (di Puccini e Giordano). Ecco allora che, anche tra la musica e la letteratura, interviene la poesia.
L'isola dei morti (Die Toteninsel), Arnold BöcklinWikipedia
Non voglio trascurare ora un altro importante e significativo legame: quello tra la musica e la pittura, apparentemente due forme artistiche molto distanti tra loro poiché la prima è caratterizzata dai colori e dalle forme, la seconda invece è basata sui suoni. Se vogliamo però i colori li troviamo anche nella musica, espressi attraverso i timbri degli strumenti, e le forme nei vari generi musicali. Pertanto, soprattutto nell’Ottocento e nel Novecento, il legame fra le due arti è sempre stato ricercato. Un esempio per tutti è il bellissimo poema sinfonico di Rachmaninov “L’Isola dei morti” ispirato al compositore dalla visione dall’omonimo quadro di Arnold Böcklin.