Il tempo

I tempi del collezionismo

Le prime sorpresine Kinder hanno circa 40 anni

di Luca Villa

kinder sorpresa

Ho davanti a me ho una bella lavagna nera, di quelle che si vedono ancora in qualche classe a scuola. Prendo un gesso e tiro una bella linea orizzontale, per quanto riesca ad essere preciso a mano libera, lunga quasi come lo spazio disponibile.

Sempre con il gesso segno con una piccola X due punti della riga. Sopra uno di questi, quello più a destra, scrivo ADESSO. Sull’altro NASCITA OGGETTO.
Infine scrivo sotto la linea la parola TEMPO.
Se dovevo utilizzare la lavagna interattiva multimediale a quest’ora stavo ancora accendendosi il computer. Questa è forse l’immagine più semplice che potevo visualizzare per introdurre l’argomento del tempo nel collezionismo.

Due sono i tempi importanti legati a un oggetto.
C’è il tempo passato da quando è stato realizzato. Noi lo possiamo identificare come il tratto di linea orizzontale tra le due X.
Un pezzo collezionistico in cui questo periodo è veramente lungo è detto antico. Se vogliamo fare un esempio il primo che mi viene da citare sono i minerali con i loro milioni di anni di vita. Ma anche una delle prime monete con oltre due millenni può essere considerata antica.
Vi sono oggetti da collezione in cui questo tempo è molto breve, comunque interessanti per essere raccolti. Le prime sorpresine Kinder hanno circa 40 anni, così pure le schede telefoniche. Collezioni che hanno o hanno avuto grande diffusione senza avere un’età da Matusalemme.

L’altro tempo è quello del momento in cui l’oggetto è nato. La X della NASCITA OGGETTO.
Un esempio semplice potrebbe essere quello di un giornale quotidiano. Chi colleziona riviste sa che quelli italiani usciti il 4 novembre 1918 o quelli del 25 aprile 1945 hanno un valore maggiore rispetto agli stessi stampati il giorno prima o il giorno dopo. Questo perché sono stati pubblicati nella data in cui è terminata rispettivamente la prima e la seconda guerra mondiale.
Direi che l’incrocio tra questi due tempi determina oggetti veramente interessanti dal punto di vista collezionistico.

Colonia britannica della Guyana, anno 1856.
Da alcuni anni era attivo il servizio postale e i francobolli provenivano direttamente dall’Inghilterra. Quell’anno una delle navi che dovevano arrivare dal vecchio continente ritardò. Tra le varie mercanzie che trasportava c’erano anche i francobolli.
Onde evitare il blocco della corrispondenza i responsabili delle poste della Guyana decisero allora di chiedere all’editore locale di stampare dei francobolli, sostitutivi di quelli ufficiali. Ne vennero realizzati tre diversi per colore e valore: il Four Cent Blue, il Four Cent Magenta e il One Cent Magenta.
Scozia, anno 1873: un ragazzino scozzese ritrova un francobollo, nascosto tra le pagine di un libro. È il One Cent Magenta. Dopo pochi giorni lo rivende a un mercante e collezionista del luogo per pochi scellini.
New York, anno 2014: il francobollo è passato di mano in mano, fino ad arrivare ai giorni nostri. A tuttora è l’unico esemplare conosciuto ancora esistente.
Lo scorso giugno in un’asta Soteby’s è stato venduto per la ragguardevole cifra di 9.480.000 dollari.
Ecco che il ritardo di una nave, non aver rispettato dei tempi di consegna, ha generato il francobollo più raro di sempre.
Volendo fare un paragone dobbiamo prendere il primo francobollo, il Penny Black.
Realizzato nel 1839 in Inghilterra, su geniale invenzione di sir Rowland Hill, presenta l’immagine della regina Vittoria, su sfondo nero.
Benché sia il capostipite ne furono stampati qualcosa come 68 000 000.
Con il tempo diversi sono andati perduti ma sono ancora molti quelli presenti e infatti il francobollo non è classificato tra quelli rari.
Il suo valore si aggira intorno ai 400 euro, variabile in base allo stato di conservazione.

metropolis locandina 512Se parliamo di capolavori cinematografici non possiamo dimenticare un film senza sonoro, prodotto in Germania nel 1927, di genere fantascientifico, il cui titolo è “Metropolis”.
Realizzato dall’austriaco Fritz Lang, il film esce dagli schemi cinematografici del periodo. Benché alcuni critici dell'epoca lo commentarono negativamente, il film ebbe un discreto successo e piacque sia agli americani che ad Adolf Hitler, anche se per motivi diversi.
All’allora ventottenne grafico illustratore tedesco Heinz Schulz Neudamm (il vero nome è Paul Heinz Otto Schulz ) venne affidato il compito di realizzare la locandina del film.
Dal 1927 anno di stampa dei poster di “Metropolis” ad ora (X a destra sulla lavagna) sono rimaste solo 4 copie. Due sono visibili rispettivamente al New York’s Museum of Modern Art e al Berlin’s Film Museum, uno è in una collezione privata e probabilmente lo è anche l’ultimo, venduto in un’asta londinese lo scorso anno per la cifra di 690 000 dollari.

Uno dei campi dove il tempo va di pari passo con l’innovazione è quello della comunicazione.
Ora si ascolta musica direttamente dal proprio cellulare. Una volta le famiglie si ritrovavano tutte vicino alla radio, un oggetto di grandi dimensioni che poteva essere anche un vero e proprio mobile, ad ascoltare il radio giornale. Di legno, la forma diversa più o meno artistica, un’anima in metallo, valvole e cavi, è la passione tuttora di diversi collezionisti.
Collezionisti che in questa occasione diventano mezzi mobilieri e mezzi elettrotecnici.

Per scrivere questo articolo sto digitando su una tastiera, guardo un monitor LCD da 22 pollici, il tutto connesso a un computer. Circa un mese fa, per mostrarlo ai miei nipoti, ho tolto da uno scaffale a casa un oggetto che non toccavo più da un tanto tempo.
Sì, perché ritornando indietro nel tempo che scorre, su quella lunga linea sulla lavagna, anche io prima dell’avvento del computer, utilizzavo la macchina da scrivere.
Abbiamo inserito il foglio, controllato che il nastro fosse almeno inchiostrato, e ho mostrato loro come si batteva sui tasti per scrivere, come mandare a capo la riga, ecc. Ci hanno provato e utilizzando la stessa leggerezza con cui schiacciamo i tasti ora, non è rimasta impressa neanche una lettera.
La macchina da scrivere è un altro oggetto da collezione.
Rispetto a un francobollo o al poster di un film sono raccolte ingombranti, impegnano spazio. È però pur vero che se il filatelico si muove su migliaia di francobolli collezionati, chi raccoglie radio o macchine da scrivere difficilmente raggiunge le tre cifre come numero di pezzi in proprio possesso.
Eppure quello che noi adesso consideriamo ingombro non è detto che nasca e si diffonda proprio grazie alla qualità di impegnare poco spazio.
Ma l'oggetto è lo stesso, è il tempo che cambia.

Olivetti Lettera 32

Nel 1963 lo scrittore Cormac McCharthy compera una macchina da scrivere e sceglie la nuova Olivetti modello Lettera 32.
La macchina da scrivere italiana Olivetti Lettera 32 aveva la grande qualità di essere comoda per il trasporto per le misure ridotte. Prodotta proprio a partire dal 1963, nella versione straniera aveva la tastiera QZERTY e non prevedeva i numeri 1 e 0 i quali venivano sostituiti dai caratteri I e O. Il costo della spesa fu di 50 dollari.
McCharty utilizzò quella macchina per scrivere "La Strada", con cui vinse il premio Pulitzer, e "Cavalli Selvaggi", a cui andò il National Book Award. Lo scorso anno la macchina da scrivere venne messa all'asta, l'evento era benefico.
Il prezzo di partenza deciso da Christie's fu di 20 000 dollari.
Alla fine venne venduta per 254 500 dollari.

action comics 512Saltiamo indietro nel tempo, mese di giugno anno 1938.
Viene pubblicato negli Stati Uniti il primo numero di una serie a fumetti, Action Comics. Il libretto raccoglie diverse storie ma è quella che impegna le prime tredici pagine ad essere interessante perché il personaggio si chiama Superman.
Nato nella mente di Siegel e Shuster alcuni anni prima il supereroe dei fumetti più famoso della Terra compare per la prima volta in questo fumetto. Proprio per la presenza di Superman il giornalino viene considerato l'iniziatore del genere supereroi che tuttora ha grandi fans nel mondo dei comics.

24 agosto 2014: sul sito internet eBay viene messo in vendita uno di questi fumetti. Ne sono rimasti pochi in circolazione, si parla di un centinaio. Il fumetto messo in asta è in perfette condizioni.
Lo stato di salute dell'oggetto è un fattore molto importante per un collezionista. A far modificare questo valore ci pensa anche il tempo.
Lo scorrere del tempo, quella bella immagine delle asticelle dell'orologio che corrono più veloci della realtà, dove in un attimo tutto nasce e muore, quello scorrere del tempo intacca ogni oggetto. Un oggetto come un fumetto fatto di un materiale deperibile come la carta porta a una facile degradazione.
Lo prendi quasi immacolato in edicola, lo leggi, lo riponi in uno scaffale, lo rileggi e lo riponi. Questi sono i fumetti fortunati. Altri invece finiscono in magazzini o in solai, dove umidità, caldo e freddo, polvere e quant’altro rovinano le pagine anche irrimediabilmente.
Eppure dopo 76 anni questo giornalino in asta viene definito quasi da edicola. E viene comprato per la cifra di 3 207 852 dollari.

Questi oggetti che con il tempo assumono importanza, rarità, pregio, sono delle schegge nel mondo collezionistico.
Il tempo per fortuna porta a noi innumerevoli pezzi collezionabili in cui il peso della storia, di quanto possono raccontare a livello culturale, è nettamente superiore al grado di rarità e quindi al valore economico. Ognuno può quindi pensare di collezionare anche materiale definito antico.
L'importante, lo scrivo anche sulla lavagna sopra quella linea bianca del tempo, ripeto, l'importante è di non considerare il poter finalmente possedere un oggetto da collezione come punto di arrivo di una raccolta.
No, il tempo del collezionista non finisce lì, ma è esattamente l'opposto. L'oggetto deve essere il momento di partenza per una ricerca, storica e culturale, ma anche solo di curiosità, sul pezzo in questione e su tutto il mondo che ha girato intorno a lui, dalla X della sua nascita fino alla X di adesso.
E quando dico adesso è il momento esatto in cui chiudo questo articolo con il punto.

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