La giovinezza
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L'eterna giovinezza
editoriale | Un'ossessione pubblicitaria
È comune definire la giovinezza una stagione, sicuramente la più sognante, carica di attese e di desiderio, non quindi una volgare fanciullezza prolungata, priva di responsabilità.
Diamole insomma il carattere e la posizione che le spettano perché possiede un potere illuminante, se riusciamo a leggerla con occhi privi di pregiudizi. La stessa incertezza del futuro che la contraddistingue, proietta su di esso tutte le illusioni e i sogni giovanili, carica l'animo di frizzante sensibilità, rende per una fase della nostra vita un po' tutti artisti, capaci di concreta creatività, trasudanti vocazioni non sempre utili. Plasma, condiziona ciò che verrà dopo, nel bene e nel male, mantenendo intrinseca la bellezza perché nell'età adulta e nella vetustà si va via via sgretolando.
La giovinezza, tanto esaltata da grandi scrittori di ogni tempo, è una follia chimica, un'ebbrezza continua, una febbre perpetua che non necessita di orologi, finché sfiorisce e passa, inesorabile.
Le sensazioni che accompagnano i giovani nella crescita spesso sono tumultuose, pregne di incertezze, di un senso di incompiutezza, difficile da spiegare perché quello stesso sentire è semplicemente l'essenza della giovinezza stessa. Orribile cercare tuttavia di prolungarla, di trascinarla in una lunghezza infinita. La giovinezza eterna, vera ossessione pubblicitaria, è un ossimoro stucchevole anche se basta la sola osservazione di se stessi perché svanisca, trasportato da un concetto di libertà strascicato e che nell'adulto non può avere la stessa forza. È vero infatti che la maturità dell'individuo è proprio caratterizzata da una facoltà predominante, il raziocinio, che cozza inesorabilmente con quella più frizzante della giovinezza stessa, cioè la fantasia.
E se l'umanità ha una storia, è proprio perché l'uomo stesso non nasce compiuto, ma si sviluppa e cresce attraverso i tre stadi, quello della fanciullezza, della giovinezza e infine della maturità. Non basta trovare un elisir di lunga vita facendo tornare indietro l'orologio molecolare di un individuo, per frenare l'evoluzione e quindi il passare delle stagioni, continuando con la metafora. E poi questa longevità non è forse sopravvalutata?
Siamo condizionati, sedotti, sfiancati, tornare indietro si deve! Ma crescere non è un fastidio né una condanna e sconfiggere l'età che avanza è solo sconfiggere se stessi.