La ricchezza
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Monete a tema
Un peso culturale
di Luca Villa
La ricchezza del collezionare monete non sta nel metallo pregiato dei conii, non si conta con il grande numero di pezzi in proprio possesso o con le singole rarità trovate, è quanto ci lascia in termini di conoscenza culturale.
Vorrei partire da questa frase per parlare di un genere di collezionismo, quello che ti fa appassionare, quello che ti fa perdere tempo, quello che ti fa leggere e navigare, quello che ti lascia soddisfatto per quanto raccolto. Lo farò attraverso le monete, ma la frase sopracitata, con alcune piccole modifiche, vale per ogni tipo di oggetto raccolto.
«Una collezione di monete non si deve valutare in base al metallo pregiato che vale.»
Nella monetazione moderna questa affermazione non può nemmeno essere considerata perché non vengono più prodotti pezzi in argento o oro per la circolazione, relegati alle coniazioni commemorative di limitata produzione e in tanti casi già sigillate in capsule, astucci o folder per una conservazione diversa dal proprio borsellino.
Chi colleziona tondelli da 2 euro raccoglie mediamente una trentina di pezzi l’anno, quelli prodotti da tutte le nazioni europee che a partire dal 2002 hanno adottato questa moneta. Essendo prodotti in rame-nichel-ottone e distribuiti in numeri elevati, perché destinati più o meno alla circolazione, non hanno grande valore collezionistico. Quelli realizzati da piccole nazioni (Andorra, Cipro, Monaco, San Marino, Vaticano) essendo coniati in minor quantità vengono ricercati maggiormente dai collezionisti. La somma di quanto una persona può spendere, se acquista queste monete da siti internet, commercianti del settore o anche dalla bancarella del mercatino di paese, è pari all’acquisto di 2 monete di metallo pregiato realizzate da una qualsiasi delle nazioni produttrici d’euro. Quante informazioni possiamo ricavare da una trentina di monete provenienti da tutta Europa rispetto a solo due nazionali?
Il 2019 ricorda i 50 anni del primo uomo sulla Luna. Numerosi stati hanno deciso di dedicare una loro moneta commemorativa a questo evento di portata mondiale. Tutti pezzi di metallo pregiato. Le immagini dei vari tondelli sono più o meno similari (l’astronauta, la bandiera, il lander, la prima impronta sul terreno lunare) e quindi rimandano alla medesima storia. Esce da questo contesto la moneta svizzera (5 franchi d’argento) la quale si ricollega sì all’evento lunare ma mostrando l’immagine di Aldrin che pianta la vela solare, realizzata dall’Università di Berna, nel suolo lunare (lascio a voi scoprire gli studi scientifici collegati a questo oggetto).
Lo scorso anno una semplice moneta bimetallica da 2 euro belga è passata quasi inosservata. Il tema è sempre lo spazio. Il tondello ricordava i 50 anni dalla messa in orbita del primo satellite europeo (ESRO 2B).
Anni ’60: mentre Unione Sovietica e Stati Uniti rincorrevano record spaziali pensando al primo uomo sulla Luna, altre nazioni lanciavano un loro personale satellite. Alouette 1, satellite canadese, è andato nello spazio nel 1962. È arrivata quindi l’Italia con San Marco 1 (1964) e di seguito la Francia con A-1 o più amichevolmente Asterix (1965). Nel 1968 l’European Space Research Organization, l’antenata dell’Agenzia Spaziale Europea, mise in orbita un proprio satellite scientifico, ESRO 2B.
Senza esserci addentrati nel dettaglio del satellite e di quanto ha fatto, questa moneta di metallo non nobile ci ha permesso di conoscere una fetta della storia umana legata allo spazio a cui difficilmente saremmo venuti a conoscenza e di ricordarci come l’Italia fu la quarta nazione ad entrare nello spazio con un proprio satellite.
La ricchezza del collezionare monete non si basa nemmeno sulle grandi quantità di pezzi posseduti. Con questa frase cadiamo nelle classiche raccolte di emissioni nazionali, album con fogli di monete che si ripetono, stessa immagine e medesimo valore, cambia solo l’anno di emissione.
No. Meglio una collezione tematica. Prendo spunto dal tema spazio per dare valore a quanto dico.
Attraverso cataloghi come World Coins e siti internet vari posso approssimare che una collezione mondiale a tema spazio prevede la raccolta di circa 150 monete realizzate da una cinquantina di nazioni. Per la quasi totalità sono pezzi commemorativi e una buona parte in metallo pregiato (argento). È tutta monetazione moderna (il primo conio, dell’Unione Sovietica, è del 1968). Nei soggetti troviamo razzi, navette, astronauti, pianeti, satelliti, scienziati. Riunendo insieme le storie di tutte queste monete possiamo veramente raccontare la corsa dell’uomo allo spazio. Come all’interno di ogni raccolta anche in questa avremo monete più o meno comuni, ma comunque tutte diverse tra loro.
Entriamo ora nell’altra parte della frase che dice: «La ricchezza del collezionare monete non sta nelle singole rarità trovate». Sta a noi la scelta di iniziare a collezionare prima le monete comuni, le più semplici da recuperare e probabilmente anche finanziariamente meno costose, oppure partire con i pezzi più rari, sperando siano disponibili da qualche venditore, accettando anche il rischio di pagarli un prezzo maggiore rispetto al suo valore nominale. Io preferisco la prima strada e mi metterei a recuperare tutte le monete più comuni. Così avrei materiale su cui creare la mia collezione, e poi, vedere un album quasi completamente vuoto, eccetto qualche raro pezzo, non mi stimolerebbe sicuramente a continuare la raccolta.
La ricchezza del collezionare monete è quanto ci lascia in termini di conoscenza culturale. Ho iniziato a trattare le monete a tema spazio per una mostra collezionistica collegata ai 50 anni del primo uomo sulla Luna. Presenteremo diversi oggetti cartacei che ci parlano di spazio (francobolli, giornali, figurine, perfino locandine di film) e le monete, all’inizio della preparazione di questo evento, non erano state prese in considerazione. Perché non metterle? Mi ricordavo dei bellissimi rubli sovietici a tema spazio. Ho deciso quindi di cercare qualche pezzo per l’evento. L’ho fatto velocemente via internet scoprendo, una moneta alla volta, un mondo interessante. Il dato più importante è l’aver tratto notizie sulla storia dell’uomo e dello spazio non recuperate con le altre collezioni. Dopo questo passo mi è piaciuto andare oltre e trovare tutte le monete legate allo spazio. Si può dire che ho creato il catalogo (sicuramente qualcuno lo aveva già fatto, a me è servito per conoscere le monete) e i fogli di documentazione per il raccoglitore. Ora mancano gli oggetti da collezionare, le monete. In mostra avremo 20 pezzi, eccetto il dollaro statunitense 2019 d’argento per l’uomo sulla Luna, gli altri sono tondelli comuni, diversificati per nazioni, anni e soggetti a cui è stata dedicata la moneta. Esporre queste monete diventa uno degli esempi di come il bagaglio culturale è la ricchezza che ti lascia un oggetto collezionistico.
moneta non è lasciata da sola nella bacheca ma viene corredata di una parte descrittiva, magari un’immagine di lei ingrandita per vederla meglio. Il tutto deve essere preparato prima. Bisogna evitare le informazioni tecniche delle monete, meno che meno il valore collezionistico. Se devo introdurre la moneta da 1 dollaro USA del 1971 parlerò dell’immagine ripresa dallo stemma della missione Apollo 11 (realizzata dall’astronauta Michael Collins) o del presidente Eisenhower presente sul tondello anche se già dal 1969 era in carica Nixon. Questo dollaro era destinato alla circolazione ma non venne apprezzato dagli americani per le grandi dimensioni della moneta, 4 centimetri di diametro, quale paragone il nostro 2 euro ne misura 2,5. Non citerò tra le scritte che le monete pensate per alcuni collezionisti e quindi già in custodia sono molto ricercate.
Il risultato è appassionare il visitatore al tondello esposto e quindi all’evento, magari farlo ammalare di questa passione, quella sana, che è il collezionismo.