La trasformazione
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Meglio se cartonato
A voi la scelta...
di Luca Villa
Il fumetto nasce sui quotidiani, una o più strisce in una delle pagine secondarie del giornale, tra la pubblicità e i necrologi.
La storia era così divisa in uno spezzatino di durata almeno mensile e il lettore aveva modo, in pochi minuti, giorno per giorno, di seguirla. I giornali di informazione erano e sono le classiche letture usa e getta. La carta utilizzata per realizzare i giornali è di qualità scadente, facilmente deperibile, per nulla resistente al tempo e agli agenti atmosferici.
Quando il fumetto iniziò ad acquisire autonomia ecco nascere i primi albi. Il formato di pubblicazione era quello del libretto o della rivista, non si inventò nulla di nuovo, si andò a riprendere le misure delle pubblicazioni esistenti e vennero applicate al fumetto.
In Italia si utilizzò per la maggiore il formato giornale, non alcune strisce nel quotidiano locale, ma una vera e propria rivista di fumetti. Questo perché qui il fumetto era relegato alla sola idea di una lettura per i giovani. La scelta non ha dato sicuramente una mano alla conservazione del fumetto nel tempo. L'essere passati al formato libro o rivista aveva apportato non solo un cambio dimensionale, ma modificato anche il tipo di carta utilizzato per la stampa del fumetto, decisamente migliore di quella del giornale. Altri limiti di conservazione li ponevano la rilegatura delle pagine. Se nel vecchio giornale come per i quotidiani odierni le pagine erano sciolte, nel giornale a fumetti italiano c'erano due graffette centrali che tenevano ordinati i fogli. Graffette che con il tempo, essendo metalliche, andavano incontro alla ruggine, rischiando di rovinare il fumetto stesso.
Nel caso degli albi il rischio conservazione veniva dalla colla che si utilizzava nella rilegatura perché alcuni tipi con il tempo si rivelavano poco collanti ma molto dannosi per la carta. Le guerre imposero rigore nell'utilizzo delle risorse e iniziò quindi a scarseggiare la carta. Anche il dopoguerra chiese risparmio e il formato striscia accompagnerà le prime uscite, tra i vari, di Tex e più tardi di Zagor.
Tex Willer
La qualità della carta utilizzata per stampare i fumetti migliorò sicuramente dagli Anni '60. Di questo periodo fu la produzione dei tascabili, formato ridotto, nato non più per carenza di carta ma per soddisfare un'esigenza di portabilità. Le grosse produzioni e le uscite a cadenza variabile, dal quindicinale al mensile, obbligavano le tipografie a un lavoro continuato, tralasciando quindi di essere precisi nella stampa. Diversi fumetti dell'epoca presentavano così problemi di rilegatura, infatti la costa era una delle parti deboli della pubblicazione, soprattutto se il fumetto era letto e mal riposto più volte. I lettori non si ponevano problemi ad avere anche fumetti di questo tipo, il collezionista no.
Riviste a fumetti come Intrepido, Monello o Lanciostory, erano stampati su carta leggera e nel tempo la continua lettura o la conservazione non adeguata ne rovinava le pagine con microfratture, le graffette centrali si arrugginivano, si rompevano e la pubblicazione si smontava.
Premetto tutto ciò per far notare come il fumetto sia un oggetto fragile e quindi da trattare con tutte le migliori cure. Vale sia per chi li colleziona ma anche per chi li legge. Ecco che per ovviare a parecchi di questi problemi la soluzione, trovata nel tempo, è diventata quella del fumetto cartonato.
Io lo considero una via di mezzo tra il libro di fiabe o racconti per bambini, copertina bella pesante per evitare brutti maltrattamenti, normali a quell'età, e il volume di pregio, bordatura in oro finto, titolo con caratteri pomposi, pure lui con copertina macigno, al limite della frattura del piede nel caso dovesse cadervi inavvertitamente dalle mani.
Il cartonato è quindi formato da una bella copertina rigida, la realizzazione è con carta ludica oppure opaca, di maggiore grammatura, la qualità della stampa è migliore. Questo non garantisce al fumetto una perfetta conservazione in ogni luogo: umidità e fumo agiscono su qualsiasi carta per cui è bene custodirlo nel miglior modo.
Molti fumetti d'epoca hanno ormai la loro copia di pregio da libreria. Il collezionista la vede come l'inutile duplicato di un fumetto i cui pezzi più interessanti sono sicuramente le prime pubblicazioni. Il lettore invece ovvia alla difficile ricerca di pezzi datati, magari da sfogliare tenendo le pagine con le pinze perché rovinati, con un volume comodo da sfogliare.
Sul prezzo si può discutere, in quanto il fumetto cartonato non rientra, eccetto pochi casi, nella classe economica delle pubblicazioni. Non è però sicuramente paragonabile al costo di un fumetto originale d'epoca – con 5 euro avete il numero 1 cartonato di Diabolik, con gli stessi soldi non vi danno neanche una pagina dell’originale - e pertanto meglio anche in questo caso il cartonato per il lettore di fumetti.
Aggiungerei che il cartonato è più consigliato al ri-lettore di fumetti, colui che si avvicina al collezionista in quanto conserva i suoi pezzi per una successiva lettura nel tempo. Chi invece difficilmente non ama andare a leggere gli stessi racconti può anche puntare su pubblicazioni più economiche.
Finora non ho citato personaggi, parliamone.
Considero una bellissima serie cartonata quella prodotta dalla Bonelli editore, allora Cepim, di fine anni '70, dal titolo «Un uomo, un'avventura». Sono 30 volumi, ogni volume è un racconto a sé, ogni racconto è stato realizzato da un famoso fumettista.
Citandone alcuni vi sono Pratt, Crepax, Battaglia, Manara, Bonvi, ecc. Il titolo iniziava sempre con «L'uomo» (ad esempio il primo numero è «L'uomo del Nilo», l'ultimo «L'uomo di Rangoon»). Il prezzo della pubblicazione era di poche migliaia di lire, mentre il costo odierno dell’usato in ottime condizioni varia dalle 5 alle 50 euro per singolo volume. Negli anni '90 era stata ristampata la collana, non completa e in formato più economico.
254 sono i volumi cartonati che compongono la collana Euracomix Tuttocolore. Parte delle storie, come dice il titolo a colori, erano già state pubblicate in bianco e nero nelle riviste Lanciostory e Skorpio. Altre invece erano inedite per il lettore italiano. Il formato di questi volumi è 20x30 cm; questo ha imposto ricostruzioni grafiche delle storie già pubblicate, in quanto erano in un formato diverso.
Altre pubblicazioni cartonate, ristampe di fumetti anni '60, quali Diabolik, Kriminal o Alan Ford, propongono storie stampate nel classico formato tascabile, ingrandendole in modo proporzionale e mantenendo la grafica in bianco e nero. Oltre alle varie collane di fumetti nuovi o ristampe, la pubblicazione cartonata vede anche storie d’autore in singoli volumi, talvolta anche a tiratura limitata. Questi pezzi fanno felici lettori e collezionisti, gli ultimi interessati ad avere una delle poche copie di un particolare fumetto, anche se moderno.
Dove troviamo i cartonati?
Qualcuno nelle edicole, molti nelle fumetterie e nelle librerie. Così un personaggio come Flash Gordon si presenta al pubblico italiano nel 1935, in un giornale di pochi centesimi in edicola, ed ora, dopo ottanta e passa anni, lo troviamo in uno scaffale di una fumetteria disponibile per la lettura in una corposa pubblicazione cartonata. Detto questo il quesito è: meglio collezionare il numero 1 di Dylan Dog originale, la prima o la seconda ristampa, o il Book cartonato? E quale invece leggere? A voi la scelta...