Le parole
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Testimonianze datate 1944
Dal Corriere dei Piccoli alle lettere dal fronte
di Luca Villa - PRIMA PARTE
Un titolo, una data, una descrizione, uno scritto: le parole presenti in un oggetto raccolto, danno un valore aggiunto a quanto collezionato.
Leggendole fanno sì che questi esca dalla busta, dal raccoglitore, dallo scaffale in cui è ormai fermo da anni e lo si riporti anche solo per un attimo vivo nel suo spazio tempo.
In questa frase c'è forse una delle logiche del collezionismo: perché si raccolgono e si conservano oggetti di una volta, i quali nulla hanno più da spartire con l'attuale? Viviamo nel presente ma siamo incuriositi dal nostro passato, quello nel breve legato alle esperienze giovanili, un altro un po' più distante e arrivato a noi dalle memorie dei genitori o dei nonni, infine l'antico completamente distaccato ma frutto dei ricordi dei testi letti, in primis i libri di scuola.
Ho avuto la fortuna di avere dei nonni che mi hanno lasciato, da bambino, una testimonianza diretta dei loro anni di vita durante la seconda guerra mondiale. La successiva lettura di libri e la visione di documentari a tema hanno fatto sì che ancora ora gli anni '40 del XX secolo siano un periodo storico a cui sono interessato. Questa curiosità mi ha portato a identificare nelle tematiche collezionistiche la raccolta di oggetti del periodo.
La prima pagina dell'ultimo Corriere dei Piccoli del 1944, numero 52 datato 24 dicembre di un inesistente XXIII anno fascista, ci ricorda il difficile momento che stanno vivendo gli italiani. Non viene mai citata la guerra ma i due personaggi, Pio Languore e Meo Carota, che nel freddo e nevoso inverno danno da mangiare agli uccelli, riscaldano con i loro vestiti bambini infreddoliti dal gelo, aiutano un anziano a portare la legna a casa per riscaldare e far da mangiare. Lui ricambia. «Dice lor: poca è la cena; ma dividerla possiamo. Una zuppa è pur squisita per chi a lungo ne fu senza, tanto più quando è condita da una candida coscienza».
Queste parole, l'umanità del racconto, la bontà nella difficoltà mi fanno pensare che solo qualche anno prima una storia così non sarebbe stata pubblicata anche in un fumetto per giovani come il Corrierino, obbligato a presentare racconti intrisi di militarismo e di eroismo patriottico.
Nel 1944 tanti fumetti, da Il Balilla a Topolino, da Il Giornalino a Intrepido, non vengono più pubblicati. Il Corriere dei Piccoli è ancora presente nelle edicole, quelle del nord Italia, in quanto stampato a Milano. È in un formato ridotto rispetto al classico giornale, le pagine stampate sono meno, tra tutti i beni di prima necessità che mancano anche la carta inizia a scarseggiare.
La produzione del ’44 non fu sicuramente quella degli anni prima della guerra, molti giornalini vennero poi riciclati per usi cartacei diversi, altri si sono persi negli anni a seguire tra cantine, solai e pulizie di vecchie case. Quindi i numeri ancora in circolazione ora non sono molti, eppure il costo di una collezione di questo tipo non è inaccessibile. L’importante è evitare di pensare di trovare il fumetto in condizioni da edicola, evento quasi impossibile! Quindi dipende molto dalla qualità del giornalino che si vuole raccogliere. Il fumetto rovinato leggermente sui bordi, con tracce lievi di umidità ma con presenti tutte le pagine io lo considero collezionabile. Nella mia scelta evito solo quelli che sono stati sistemati, perché presenti tagli evidenti, utilizzando scotch o altro materiale adesivo improprio.
Nella storia in prima pagina del Corriere dei Piccoli pubblicato il 28 maggio (numero 22), al posto delle parole la ragazza Nedda sceglie i fatti. La maestra chiede alle alunne di scrivere una lettera per un ferito di guerra. Nedda non trova le parole e lascia il foglio bianco. Però fa un’altra generosa azione.
«Tenta di scrivere: “Mio caro ..”. Ma sul bel salvadenaro uno sguardo, ecco, si posa dalla bimba pensierosa. Svelta scende dalle scale ed arriva all’ospedale: “A un ferito” e scappa via senza dir neppur chi sia». La ragazza decide di donare i propri risparmi, un piccolo sollievo economico, a chi sicuramente sta peggio di lei.
Il Corriere dei Piccoli del 1944, pubblicato settimanalmente, a inizio anno viene venduto a 60 centesimi ma già ad aprile il costo passa a 80 centesimi. Quattro anni prima ci volevano 50 centesimi per acquistarlo. Nella testata del fumetto si cita sempre la spedizione in abbonamento postale per l’Italia e per l’estero ma immagino che i trasporti rappresentassero un vero problema nel 1944, in un’Italia spaccata in due tra alleati, tedeschi e Repubblica Sociale, dove le vie di trasporto sono per la maggiore danneggiate dai bombardamenti e il servizio postale fatica nella distribuzione, carico anche di tutta la corrispondenza di guerra.
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[ sarà pubblicata il 12 gennao 2023 ]