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Il tempo della salute
Il tempo in medicina è scandito da numerose sfumature
Esiste un tempo atmosferico, che influenza decisamente il nostro stato di salute. In inverno sono comuni le patologie respiratorie, influenza o virosi similari.
Per i soggetti più delicati queste patologie sono l’anticamera di complicanze ulteriori, che spesso esitano in polmoniti, quando colpiscono persone anziane o già compromesse da malattie croniche. Ecco perché questi soggetti presentano un rischio potenziale di malattia grave e in autunno devono vaccinarsi.
In primavera riappaiono le allergie ai pollini, tanto note a chi soffra di riniti o crisi asmatiche.
In estate sono comuni le malattie gastrointestinali, dove creme e gelati diventano il vettore di germi patogeni.
In autunno spesso compaiono disturbi di stomaco, perché esso è un organo che col cambio delle stagioni manifesta tutta la sua fragilità.
Non occorre essere meteoropatici per patire dal trascorrere del tempo differenti malanni. Esiste anche un tempo come età, con malattie che dipendono dal crescere dell’individuo. Le malattie infettive sono tipiche dell’infanzia. L’età adulta vede il fiorire di malattie acute che più spesso esitano in necessità chirurgiche.
Nell'età avanzata fanno da protagonista le malattie degenerative: tumori, le patologie cardiache, il diabete, le patologie del sistema nervoso centrale.
Esiste un tempo di vita, che è quello che tutti avremmo in teoria davanti alla nostra nascita, perché calcolato sulla vita media della popolazione residente in un dato ambiente, ma poi ciascuno interpreta il vivere secondo le proprie risorse, secondo una certa fortuna, secondo il modo di scansare i traumi, gli incidenti, le fatalità oppure i vizi e le dipendenze, che scatenano malattie anche gravi e irreversibili.
Esiste un tempo come urgenza, dove essere portati rapidamente in ospedale può decidere di una vita. È necessario cogliere l'urgenza come un vero bisogno ed agire di conseguenza. Pensare che qualcosa passerà da sola, senza conseguenza può essere da irresponsabili.
Esiste un tempo in cui l'umanità viveva in un certo modo, seguendo abitudini oggi abbandonate, con un rapporto con l’ambiente, il clima, l’alimentazione che oggi neppure immaginiamo. Questo tempo trascorso esponeva l’uomo di una volta a fragilità e malattie che oggi abbiamo per fortuna superato.
Il tempo passato, per quanto uno lo guardi con nostalgia, non è mai stato un esempio di buona salute. Erano comuni le infezioni pandemiche, la scarsa igiene e la malnutrizione.
La modernità, con un esagerare di tecnologia, inquinamenti, cibi sofisticati e ambienti dalla salubrità dubbia, ha comportato un allungamento della nostra esistenza teorica. È un paradosso, ma si vive di più e meglio nell’oggi, dove il meglio non è costituito dall’assetto ambientale simile al paradiso terrestre, di quanto non si vivesse secoli or sono in ambienti non inquinati ma poco salubri per scarsità di alimenti, igiene e medicine.
Esisterà anche un tempo futuro, dove spariranno le maggiori cause di morte, dove i tumori non si ricorderanno nemmeno più, dove non sarà più necessario ricorrere alla trapiantologia, alla chirurgia invasiva o demolitiva, dove con semplici manipolazioni genetiche sarà possibile aggiustare il percorso di vita dell’uomo, senza che appaiano malanni gravi.
Questo tempo non so se sarà mai raggiunto, se sarà etico o solo eugenetico, se sarà un riparare l’individuo, piuttosto che abortire quelli che presentino in grembo una genetica sfavorevole.
Sarà necessario in questo tempo futuro, che nessuno di noi vedrà mai, perché non tanto vicino da essere colto, che l’etica umana venga gestita e scritta con la E maiuscola, perché il solo vacillare nelle scelte potrebbe comportare percorsi che oggi farebbero venire la pelle d’oca.