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Essenziale
Sentirsi immersi in un eterno presente dai contorni perfetti
di Cassandra Mevio Gibert
Da tempo la sentivo graffiare le pareti della mia anima, ma una sera si è insinuata nella mia carne ed ha iniziato a crescere attraversandomi con le sue radici: in quell'istante ho compreso ogni cosa.
La libertà si è riversata completamente su di me in un solo atto, efferata ed evanescente mi ha attirato verso il suo dolce abisso. Ho scoperto che è solo con il tempo che la si può veramente incontrare ed è mutevole, cambia in base alla propria essenza. A diciassette anni si può ancora deporre il cinismo della maturità per rivolgere il proprio sguardo colmo di speranza sugli immortali ideali, e la libertà era rimasta per me fino a poco tempo fa solo un concetto, un'idea appunto indefinibile e sfuggente, esotica e in un certo senso stravagante. Volevo tremendamente carpirne il significato più profondo e vi sono riuscita nel momento in cui ero meno consapevole della sua presenza. Le vacanze estive sono il regno cristallizzato dei sogni nel quale è più facile seguire un impulso disprezzandone le conseguenze, soprattutto quando non si ha neppure ancora raggiunto la maggiore età, perciò è nell'autonomia che ho sfiorato la sensazione eterea alla quale si cerca irrimediabilmente di dare un nome: libertà.
Quella notte mi trovavo con degli amici conosciuti da pochi giorni, ma che già consideravo con la sicurezza dell'ingenuità legati a me, parlavamo di questioni leggere o anche importanti, lasciavamo il tempo scorrere senza prestarvi attenzione scandendolo unicamente con qualche sigaretta condivisa. Mentre le ore passavano a poco a poco alcuni se ne andavano perché assonnati, guardai per la prima volta l'orologio dopo aver constatato che eravamo rimasti in due e segnava le due e trenta del mattino. Ero come immersa in un eterno presente dai contorni perfetti, raramente in tutta la mia vita mi sono sentita così meravigliosamente inserita in un equilibrio speciale, un universo molteplice, ma unico e fisso. Sapevo che avrei potuto fare qualsiasi cosa fosse in mio volere, senza coscientemente saperlo, intuivo che il mio potere decisionale era diventato intimamente mio e di nessun altro, non avevo obblighi, né impegni, ero come un evaso non ricercato, della stessa materia dell'aria pura. Assaporando questo sentimento di infinito continuai a chiacchierare finché non decidemmo così su due piedi di mangiare qualcosa e uscimmo. Erano le tre, la notte era limpida, non ricordo se si vedessero le stelle, nonostante non avessimo alcun permesso di uscire dal campus nel quale soggiornavamo varcammo il cancello silenziosamente e ci ritrovammo a passeggiare per le vie del centro. Eravamo liberi nel pieno ed esatto senso della parola. Raggiungemmo l'irrinunciabile McDonalds e assaltammo un supermercato aperto h 24 seguendo un flusso continuo che traeva origine da noi stessi e da nessun altro. Mi sentivo galleggiare nella mia serenità, dimentica di quel resto del mondo che da adolescenti sembra infestare ogni petalo della vita con le proprie restrizioni e i propri codici di omologazione, ero me stessa e finalmente libera di esserlo e di viverlo. Ritornata al campus mi sdraiai sfinita a letto, vidi il soffitto della stanza trapuntarsi di stelle e capii che cosa fosse la libertà anche se non ero capace di tradurlo a parole, compresi perché fosse tanto desiderata e preziosa, perché si sacrificasse l'esistenza per lambirla e perché non ne potevo fare a meno. In quella che avrebbe potuto sembrare una serata banale di infrazione delle regole ho scorto un riflesso più splendente e discreto, di una potenza enorme, forse apparirò folle, ma non importa perché ho provato un'emozione che non finirò mai di ricercare in futuro.
La mia libertà è stata vivere intensamente ogni frammento di quella notte, trattenere fra le mie dita qualcosa di particolare che si era incarnato davanti ai miei occhi, qualcosa nel quale avevo creduto come si crede a una fiaba, ovvero vi avevo solamente sperato. Invece l'ho vissuto. La libertà è essenziale perché è attraverso di essa che si percepisce la vita, che si sente scorrere la felicità nelle proprie vene fino a raggiungere il cuore pulsante per poi irradiarsi nell'intera anima.