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L'ultimo ciclo evolutivo
Affrontare la nuova terza età per ri-attivare corpo e mente verso la positività
di Cristiano Cappellari
Parlando di terza età si ha a che fare, sia con un criterio cronologico (dai 60 ai 75 anni), sia con un criterio funzionale (cosa si fa e cosa si è in grado di fare). È soprattutto questa seconda accezione a costituire oggetto di grande interesse per la "scienza dell'avanzare dell'età".
Infatti, le potenzialità alla portata di chi ha una "certa età" sono oggi talmente grandi da costituire fonti di rilevante cambiamento in positivo.
Il che sposta i tradizionali confini della geriatria (dominio un tempo quasi esclusivo delle scienze mediche a sfondo clinico e patologico) verso aree più soft, dove la psicologia è in grado di apportare contributi per un favorevole decorso di questa "fase" del ciclo di vita. Tale periodo è pertanto vivibile in termini di ulteriore "evoluzione", e quindi di arricchimento cognitivo-emozionale, nonché in termini di preparazione alla cosiddetta "vecchiaia", la quale risulta spostata più in avanti nel tempo. L'individuo, la persona, hanno in definitiva sempre più nuove carte per evolversi.
Nel passato, in cui l'arco di vita era più breve (e ben più corta la stessa vita media), la classificazione era semplice: si parlava di "giovani" (età della crescita e della efficienza) e di "anziani" (età della decrescita e della progressiva inefficienza). La parola "anziano" (tranne che per i casi in cui la vecchiaia era sostenuta da salute fisica e saggezza) aveva sostanzialmente una connotazione negativa: malattia, solitudine, non autosufficienza, inabilità, morte. Oggi una nuova prospettiva viene a rivoluzionare il concetto di anzianità. Nel terzo millennio, l'ex-anziano ha modo di diventare soggetto protagonista nonché persona autosufficiente, autonoma, attiva. Il mondo è cambiato. L'essere umano è cambiato.
L'aspettativa di vita cronologicamente allungata porta con sé la considerazione di una terza età quale non più ultima tappa del ciclo esistenziale. Fenomeni nuovi (migliori condizioni di vita, sia materiali sia immateriali) rivoluzionano la psiche (pensieri, atteggiamenti, emozioni, relazioni).
Liberati dagli affanni del lavoro "obbligato", oggi gli anziani spesso godono di privilegi non indifferenti: disponibilità di denaro, salute fisica, autonomia logistica, possibilità di "aver tempo" (per le amicizie e per gli affetti, per la sessualità e per lo studio, per i viaggi e per il divertimento). La terza età opportunamente re-inventata e re-impostata può essere vissuta in modo soddisfacente. Il tempo spinge verso la qualità: sembra uno slogan pubblicitario, ma è pura realtà!
La terza età, considerata in termini di benessere nonché in termini di attenzione e tensione verso la salute, è in grado di fare progressi. Il cervello (quale struttura biologica) con il passare del tempo perde alcune funzioni, ma talvolta riesce a sostituirle, compensandole o addirittura superandole. Ciò vale ancor più per la mente. Occorre però muoversi volontariamente in tale direzione.
Per quanto sia vero che con la terza età inizia un certo decadimento fisico, è altrettanto vero che questa fase discendente può venire fortemente rallentata; talvolta, addirittura invertita, con una crescita mentale. La ri-attivazione interessa anche il corpo, ma soprattutto la personalità: la quale viene sollecitata a cambiare, e a cambiare in positivo. Il tanto temuto invecchiamento diventa una "realtà virtuale di tipo anticipativo", rendendone possibile una programmazione di portata non indifferente.
Certamente, non è tutto "rose e fiori": però, maturando bene, l'essere umano può trarre ancora notevoli vantaggi: tempo prolungato significa anche maggiori opportunità nell'integrare pensiero ed esperienza, empatia ed intuizione, emotività ed affettività.
Non più abbandonati su una triste e solitaria panchina, gli odierni anziani si danno da fare: il loro tempo libero viene impiegato per manifestazioni culturali e turismo, per "nonnità" e volontariato, per sport non agonistico e nuovi amori...
La terza età è un fenomeno processuale: tutt'altro che statica e cristallizzata, la personalità viene sollecitata a continui cambiamenti, spesso intenzionali e guidati verso obiettivi favorevoli allo sviluppo. L'identità non più si "in-volve", bensì si "e-volve", nella prospettiva di una educazione-promozione della salute. I ruoli ed il Sé si adattano allo scorrere del tempo.
Il tramonto è un processo. È un lento incedere dell'astro solare, non è un attimo che tronca la vita. Il languore e lo struggimento indotti dal sole calante concedono spazio alla progettazione: si può ancora andare avanti. La cesura non è immediata, c'è un lenta dissolvenza.
Il tutto non è né brusco, né traumatico. Sicurezza e speranza trovano ancora posto; con la serenità si può invecchiare bene.
Senza più i pregiudizi e molti degli affanni di un tempo antico, la nuova terza età può venire immaginata come un'isola sostanzialmente tranquilla, all'interno dell'arcipelago esistenziale: un'isola dalla quale, con la pacatezza derivante da un saggio meditare sul senso della vita, poter contemplare il calar del sole: un tramonto ancora lungo, ancora caldo.