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La moda del presente
Omogeneizzati eccezionalmente contraddittori
di Gina Grechi
Il presente, fugace parentesi di riposo nell'agitato scorrere di ogni cosa, è il tempo delle MODE.
Intesa come “maniera di abbigliarsi”, la moda segue il gusto particolare del momento e influenza l'abitudine di vestire della collettività.
Essa soddisfa due necessità: il desiderio di cambiare continuamente e la tendenza ad uniformarsi.
La prima urgenza nasce dalla ricerca senza fine di una propria identità che, tuttavia, non sempre coincide con la volontà di ESSERE “eccezionali”.
La moda, infatti, cancella la singolarità dell'individuo e costruisce un'oasi di pace fittizia che allontana, soprattutto i giovani, da disagi e incertezze.
La moda è l'ancora di salvezza degli indecisi.
Aderire ai dettami della moda corrente significa cedere alle lusinghe di un piacere effimero che esalta l'APPARENZA e soffoca la vera bellezza esteriore. Se l'essenza di ogni essere umano è ciò che lo rende “individuo” in un mondo di esseri umani, la moda è come un panino al salame nostrano... con tre chili di maionese!
Cosa accadrebbe allora se la moda fosse concepita con lo scopo di durare nel tempo? Il presente diverrebbe un ponte tra ieri e domani, i negozi di abbigliamento si trasformerebbero in boutique del riciclo, la tuta del Galbusera con cui andavamo a scuola negli anni '80 non sembrerebbe un pigiama e i giovani sarebbero felici di affermare lo stile della propria unicità? Chi lo sa... se la moda si accaparrasse anche il passato e il futuro, proponendo regole eterne per omogeneizzare l'umanità, forse perderemmo anche la speranza dell'attesa.
Nell'attesa di incontrare una moda che mi somigli, vesto le mie incertezze con poche gocce di Chanel numero 5.