L’inferno
- Categorie: L’inferno sei in Riflessioni
Dannati senza peccati
Smarriti nell'incognita di un presente incomprensibile
di Gina Grechi
Per andare all'Inferno, oggi, non si deve per forza morire, ma la cosa forse più sconvolgente è un'altra: per andare all'Inferno, oggi, non si deve per forza essere cattive persone.
Puoi leggere l'articolo oppure ascoltare la voce dell'autrice
Certi giorni anche il mio appartamento pare «il regno dell'eterna condanna», dove quattro anime tapine, più un criceto, scontano una pena dolorosa, per colpe probabilmente mai commesse. A due bravi ed educati ragazzi, rispettivamente di 13 e 15 anni, tocca star rinchiusi nella propria stanza, per ore ed ore, mentre, fuori dalla finestra, il sole, 'giovane in eterno', continua insistente a picchiettare sui loro vetri, cercando di convincerli a scappare di casa!
Un uomo onesto e gagliardo, sulla cinquantina, abituato a trascorrere il fine settimana in compagnia di trote dal manto iridescente o caprioli dall'agile passo, si trova costretto a passare la domenica mattina, impastando gnocchi di patate, in quantità industriale, per soddisfare il desiderio della moglie, che sarei io, di veder compiere gesti dal sapore antico, che rimandino a un senso di normalità e facciano comparire 'la felicità delle piccole cose'.
A una donna generalmente loquace, sorridente, amante della vita sociale, che sarei sempre io, invece, non potendo metter piede fuori dalla porta, non resta che familiarizzare con le piante sul balcone della cucina e recitare poesie al cactus della vicina dirimpettaia che, in tutta risposta, si riempie di spine.
Ma se fossi una mosca e potessi far visita alla famigliola che abita due case più in là, troverei un Inferno anche peggiore del nostro: un bimbo di sette anni, Michelino, tifoso dell'Inter e innamorato della propria bicicletta rossa, sta imparando a comunicare con la maestra e la classe II B, attraverso una tastiera e uno schermo. La connessione ad internet, però, salta in continuazione e la sua insegnante non capisce se deve considerarlo 'assente'.
La madre di Michelino si sente un fascio di nervi, ma mangia dolci a profusione perché pensa che il cibo la rilassi; e quando si guarda allo specchio, le viene sempre da piangere.
Tommaso, 'il capofamiglia', ha perso il lavoro. Ha un carattere dolce e combattivo allo stesso tempo, ma la preoccupazione del futuro gli ha tolto completamente il sonno. Di notte i pensieri si azzuffano nella sua testa e ha paura che sua moglie lo consideri un fallito.
Chissà cosa proverebbe il 'Sommo Poeta' (Dante n.d.r.), svegliandosi in questo Inferno, senza attraversare 'selve oscure', smarrito nell'incognita di un presente incomprensibile e di un domani al quale solo tanta speranza può restituire dignità e pace…
Forse Beatrice 'scenderebbe' in suo aiuto. Lo calmerebbe con quel suo sguardo bello da togliere il fiato e gli direbbe semplicemente di avere pazienza, che prima o poi, tutti insieme, usciremo di nuovo 'a riveder le stelle'.