La donna
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Donna o donnola?
Cosa si nasconde dietro un'estetica animalesca
di Gina Grechi
Un antico detto popolare recita: «Moglie e buoi dei paesi tuoi». Ma perché mettere sullo stesso piano la donna, ...
... angelo affascinante ed etereo, il cui saluto può addirittura convertire alla fede cristiana chi non crede in essa (Guido Guinizzelli) e il bue, mammifero ruminante di grosse dimensioni, maschio, con corna, impiegato per lo più in lavori di fatica nei campi? Forse, semplicemente per far rima con 'tuoi'... in ogni caso, un conto è attribuire la medesima importanza ad una moglie e ad un quadrupede domestico, un altro è paragonare la propria consorte a un animale da cortile! È il regalo che, nel 1911, Umberto Saba confezionò per la sposa Lina, nella quale, egli intravide sembianze di gallina, mucca, cagna, coniglia, ... Un modo rivoluzionario di rappresentare la donna, completamente estraneo agli stereotipi letterari tradizionali, secondo cui la musa femminile doveva possedere qualità fisiche e morali tali da collocarla nel punto più alto del firmamento, lontana mille miglia da aie, pascoli, cortili o conigliere.
Non credo che il celebre scrittore triestino fosse un uomo malvagio, tanto più che, in omaggio alla mamma, aveva scelto lo pseudonimo di 'Saba', parola ebraica che significa 'pane'... e comunque per convincersi che fosse un vero gentiluomo, basta leggere gli ultimi sei versi e soffermarsi sul finale:
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.
Di donne-animale ne è piena l'aria, basta osservare attentamente le Signore che escono dal parrucchiere. Talune sembrano 'gru coronate grigie', hanno i lineamenti sottili, gli occhietti vispi e si sono appena fatte rinnovare la permanente; altre sembrano 'levrieri afgani': oltrepassano la soglia del coiffeur di fiducia con incedere elegante e il capello scalato e liscio. Una volta l'acconciatore di mia madre ci restituì una mamma-pecora con tanto di boccoli e frangia cotonata. Mio fratello Andrea pianse per due ore.
La mia professoressa di Storia della filosofia era un topo del tipo 'Apodemus sylvaticus'; aveva capelli cortissimi e bruni, orecchie arrotondate e occhi grandi e neri. Penso di poter dire con certezza che, nascosto tra i pantaloni, tenesse arrotolato un nervoso codino.
Mia cugina Ortensia, invece, è una rana. Un leggero ma evidente esoftalmo e una bocca larga e carnosa le conferiscono il tipico aspetto dell'anfibio più simpatico del mondo. Però è vegetariana.
Infine la mia preferita: mia nipote Maddalena. I suoi capelli cremisi e lo sguardo furbo e intelligente, la fanno essere la Regina delle volpi rosse.
E che dire di me? Mio padre mi chiamava 'Puzzolina', il mio ragazzo delle elementari 'Lucertolina'; per i miei figli sono una 'Morbida lontrona' da abbracciare e coccolare, ma, considerata la mia forte miopia, io mi sento un po' come Drusilla Tanzi che, costretta ad indossare occhiali dai vetri molto spessi, Eugenio Montale, aveva trasformato nella sua adorata 'Mosca'.